Aicardi, il farmacantautore

Il farmacista cantautore Federico Aicardi è una di quelle figure che nascono solo a Bologna, tra le sue strade fertili di arte e storia. È il titolare di una nota e storica farmacia, fondata circa 500 anni fa e portata avanti da tre generazioni di Aicardi. Federico, però, è l’unico tra i suoi fratelli che ha deciso di lavorare nell’attività di famiglia, gli altri sono docenti all’Università di Bologna; il prof. Nicola Aicardi è ordinario di Diritto amministrativo al Dipartimento di Scienze Giuridiche, mentre il prof. Giorgio Aicardi è ordinario di Fisiologia al Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita. 

Il farmacista Federico Aicardi, dunque, oltre che alleviare i dolori delle persone somministrando medicinali, si diletta a scrivere canzoni d’autore. In passato ha suonato con Francesco Guccini e aperto i concerti di Francesco De Gregori. Ha anche conosciuto Bob Dylan. Il prossimo 30 novembre sarà al Teatro Duse dove porterà le sue canzoni e altri famosi pezzi dedicati alla sua città.

La sua musica è nata proprio per raccontare la Bologna degli studenti universitari. Perché la sua farmacia si trova nella via degli studenti. È in via Petroni all’incrocio con via San Vitale. Vicino piazza Aldrovandi. Lui ha iniziato ad appassionarsi alla musica da giovane, sulle note di Bob Dylan e Fabrizio De André. Qui durante le notti in farmacia a fargli compagnia c’era solo la chitarra, i cui suoni si mescolavano con le storie che si affacciavano al bancone.

«Il mio lavoro – spiega il farmacista – mi fa incontrare tanta gente e quella gente mi racconta le sue storie. Quei racconti sono miniere d’oro da cui trarre ispirazione. Perché i cantautori devono leggere tanto, ma anche saper osservare e ascoltare tutto quel che hanno intorno». Così è nato il testo di I love Bologna (arrangiata con Ettore Cimpincio e scritta con Mattia Timperi): “E nascono sogni cantando in via Petroni”; “Sulla Torre Asinelli non potrà mai salire, finché una laurea non riuscirai a conseguire”; la più bella rima però cita ‘Disperato erotico Stomp‘ del grande Lucio Dalla: “Corri a lezione, passando per piazza Verdi, nella vecchia Bologna se ti fermi ti perdi”. Poi tante altre, tra queste ‘Note di una strage’ e ‘Primavera mai vissuta 2020‘ (in collaborazione con Gabriele Orsi e Ettore Cimpincio) che lo vedono capace di affrontare anche il racconto delle grandi tragedie degli ultimi anni.

Le sonorità e la scuola è quella dei grandi cantautori di Bologna, dove le università sono le osterie. La Trattoria da Vito lo ha visto suonare con Claudio Lolli e Francesco Guccini. Quest’ultimo gli ha dato molti consigli e lo ha anche citato in una intervista. Gli spiegava spesso: «Sai quante volte ho suonato in via del Pratello. Quella è una palestra vera. Capisci cosa fare con il pubblico. Comprendi che devi saper cambiare una scaletta a seconda di chi hai di fronte. Oggi passano dalla stanza di casa al Talent show, a X Factor. Poi incontrano il pubblico e non sanno che fare».

Federico ha avuto l’onore di aprire un concerto di De Gregori e con lui ha parlato a lungo di Bob Dylan. Ha scritto canzoni con Fernanda Pivano che gli presentò proprio Bob Dylan. La Pivano nei suoi diari lo definì un ragazzo che le ricordava i poeti della beat generation.

Ha anche suonato nella serata ‘Un tetto per Santo Stefano‘, evento organizzato qualche anno fa. Su quel palco salirono tutti i grandi della musica bolognese. Anche sua maestà Lucio Dalla, oltre che altri grandissimi come Luca Carboni, Cesare Cremonini e gli Stadio. Cosa si prova ad incontrare i propri miti e suonare con loro? «Una grandissima emozione, anche perché loro sono generosi e ti insegnano molto», spiega Aicardi. Bologna d’altronde è così. Una città costruita oltre che con le pietre, anche con le canzoni. È composta dalle note e dai testi dei suoi poeti cantanti. Nutre e viene nutrita da questa ispirazione musicale. Un rapporto paragonabile a quello di Roma con il cinema o di Torino e Milano con il calcio. A parte Genova non ci sono eguali nel mondo dell’ispirazione cantautorale. «A Bologna c’è una tradizione straordinaria – ribadisce Aicardi – i ragazzi nelle piazze che suonano seduti a terra li trovi solo qua. A Milano o Roma non c’è nulla di simile».

Ora Bologna gli tributa un grande onore. Una serata al Teatro Duse programmata per il prossimo 30 novembre. Sarà accompagnato dal pianista Fabio Trivarelli, dal bassista Felice Del Gaudio e dal chitarrista Ettore Cimpincio. Tutto organizzato grazie alla s.r.l di Miro e Luigi Fantini, gli eredi di Renzo Fantini. Realtà che ha in etichetta Vinicio Capossela, Francesco Guccini e Paolo Conte. Durante la serata sarà possibile comprare anche il vinile del farmacista cantautore. Per maggiori informazioni visitare https://teatroduse.it/spettacoli/federico-aicardi-concerto-nella-mia-bologna/

Federico, in ultimo, è molto amico di Roberto Morgantini, l’ideatore delle Cucine Popolari. E per queste persone povere e ai margini delle società, il cantautore farmacista ha scritto un brano a loro dedicato, donando i diritti d’autore alla Onlus della Bolognina (www.cucinepopolari.org)

 

Nella foto di copertina: da sinistra Federico Aicardi e Samuele Bersani. 

 

 

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