All’inventore del microprocessore Faggin il Sigillum Magnum dell’Università di Bologna

Il fisico inventore Federico Faggin, ha ricevuto lo scorso 29 maggio dal Magnifico rettore prof. Giovanni Molari, il Sigillum Magnum dell’Università di Bologna. La cerimonia è stata anche l’occasione per consegnare il Premio Montale Fuori di Casa allo studioso che ha rivoluzionato l’informatica e intrapreso un percorso di indagine personale sulla natura della coscienza.

Il rettore Giovanni Molari, prima di procedere alla cerimonia, ha innanzitutto invitato ad osservare un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione. «Federico Faggin – ha detto il Magnifico – è uno dei più importanti personaggi alla base dello sviluppo dei semiconduttori e dei microprocessori ad alte prestazioni su larga scala e a basso costo. Testimonia l’importanza delle cosiddette discipline Stem, ma la sua figura e la sua riflessione ci invitano a non disgiungere mai lo sviluppo scientifico-tecnologico dagli interrogativi di ordine etico e sociale che ogni innovazione ci pone e che dovrebbero orientare qualsiasi sviluppo futuro delle tecnologie che oggi consideriamo ovvie».

Nell’Aula Absidale di Santa Lucia l’Università ha consegnato a Faggin il Sigillum Magnum dell’Ateneo bolognese. Durante la cerimonia nell’Aula Absidale di Santa Lucia, la presidente Adriana Beverini e la vice presidente Barbara Sussi hanno conferito il Premio Montale ‘Fuori di Casa’ allo scienziato per la sezione ‘In Limine’, un riconoscimento che vuole sottolineare le qualità del fisico inventore che ha rivoluzionato l’informatica e che ha avuto il coraggio di aver intrapreso, poi, un percorso di indagine personale sulla natura della coscienza.

Un momento della cerimonia di consegna del Sigillum Magnum. Da sinistra Adriana Beverini, Federico Faggin, Giovanni Molari, Enrico Sangiorgi e Barbara Sussi.

Il professor Enrico Sangiorgi, docente di Elettronica UniBo, ha poi spiegato il ruolo cruciale che la tecnologia di cui Faggin «è stato ed è Gran Maestro» gioca nella società di oggi. La parola è, infine, passata a Faggin che, prima di ricevere il Sigillum Magnum, ha tenuto una lectio magistralis dal titolo “La natura della coscienza e del libero arbitrio”, spiegando la teoria della coscienza e del libero arbitrio avanzata da lui stesso e dal fisico Giacomo Mauro D’Ariano.

I due studiosi hanno identificato la coscienza come la proprietà di un sistema quantistico che si trova in uno stato puro, mentre il libero arbitrio nasce dall’esistenza di trasformazioni quantistiche irreversibili che trasformano informazione quantistica in informazione classica mantenendo la purezza dello stato quantistico. «Si può subito affermare – ha spiegato Federico Faggin – che se l’universo fosse un sistema deterministico come la realtà descritta dalla fisica classica, il libero arbitrio non potrebbe esistere. La ragione è semplicissima: lo stato di un sistema deterministico è stabilito da un algoritmo che trasforma univocamente lo stato presente in quello successivo. In questa realtà il libero arbitrio, definito come una decisione creativa, cioè non deterministica, non può esistere. E, senza libero arbitrio, la coscienza da sola non può essere la causa di un qualsivoglia evento nel mondo materiale».

Foto copertina: Consegna del Sigillum Magnum. 

Lascia un commento