Avviene un ventisette gennaio, Cesena e Forlì ricordano le vittime della Shoah

di Francesca Montuschi.

In questi giorni ogni anno vengono ricordati fatti che offendono il pensiero e accorciano il respiro. La memoria dell’orrore della Shoah, con gli interrogativi che suscita, deve indurci a estirpare dai nostri comportamenti ogni discriminazione ed educarci al rispetto degli altri. Da quest’anno anche a Forlì e Cesena sono state posizionate le ‘Pietre di Inciampo’.

È una memoria di avvenimenti sconvolgenti, di comportamenti indicibilmente disumani quella che viene riproposta, ogni anno, nella ricorrenza di quel 27 gennaio 1945, data nella quale fu resa palese al mondo la ferocia esercitata nei confronti del popolo ebreo, durante una persecuzione accanita, atroce, messa in opera da parte di cosiddetti discendenti di nazioni altrimenti celebri per cultura e civiltà. In quel giorno del 1945, al campo di sterminio di Auschwitz, in Polonia, quattro soldati russi a cavallo si ritrovarono di fronte l’orrore che non è possibile neanche immaginare. 

In questi giorni, ogni anno, vengono ricordati fatti che hanno segnato la storia dell’umanità, e cerchiamo ansiosamente risposta all’angosciante domanda sul perché sia potuto accadere, nella trepidante ricerca di deterrenti definitivi affinché non avvenga mai più.

Una data simbolo per l’intera Europa, che si ritrova accomunata non tanto dal ricordo di una vittoria, ma piuttosto dalla ripulsa dell’antisemitismo, del quale tutti i popoli del vecchio continente sono stati contagiati. È una novità assoluta e importante nel panorama delle diverse memorie collettive, che animano il pianeta, in genere nazionaliste. Quasi un ‘patriottismo dell’Umanità’, un monito e un richiamo all’etica della responsabilità, nella quale ognuno di noi, nei propri ambiti di relazione con gli altri, è chiamato a riflettere sul valore delle proprie azioni, e a farsi carico individualmente delle loro conseguenze, di portata personale e collettiva.

A partire da quest’anno anche Forlì e Cesena hanno aderito al progetto ‘Pietre di Inciampo’, per ricordare tutti coloro che nelle due città furono vittime delle persecuzioni razziali, deportati nei campi di concentramento o uccisi barbaramente con esecuzioni sommarie. L’iniziativa, nata da una idea dell’artista tedesco Gunter Demnig e diffusa in molte città europee, consiste nell’incorporare nei marciapiedi o sul suolo stradale, davanti alle abitazioni o ai negozi dove un tempo vivevano e lavoravano le vittime, nonché davanti ai luoghi della detenzione e dell’uccisione, blocchi in pietra muniti di una piastra in ottone sulla quale incidere il nome della persona (o delle persone), l’anno di nascita, la data di arresto, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte, se conosciuta.

Queste installazioni rappresentano le tessere di un grande mosaico che inserisce anche Forlì e  Cesena – ha affermato il presidente della provincia di Forlì-Cesena, Enzo Lattuca – nella rete europea della memoria e che consente ai nostri giovani, principali destinatari delle iniziative a cui stiamo lavorando, di approfondire la conoscenza di questa drammatica pagina di storia del nostro Paese”.

Pietre inciampo Cesena

Da Cesena sono state arrestate, deportate e assassinate ad Auschwitz nove persone. Si tratta di Anna Forti, nata il 3 novembre 1885, arrestata il 17 dicembre del 1943, deportata ad Auschwitz e assassinata il 6 febbraio del 1944. Elda Forti, nata il 7 agosto del 1881, arrestata il 17 dicembre 1943, deportata ad Auschwitz, e assassinata il 6 febbraio 1944. Lina Forti, nata il 4 agosto 1883, arrestata il 17 dicembre 1943, deportata ad Auschwitz e assassinata il 6 febbraio 1944. Lucia Forti, nata il 20 febbraio 1879, arrestata il 17 dicembre 1943, deportata ad Auschwitz e assassinata il 6 febbraio 1944. Diana Jacchia, nata il 21 maggio 1881, arrestata il 17 dicembre 1943, deportata ad Auschwitz e assassinata il 6 febbraio 1944. Dina Jacchia, nata il 16 ottobre 1884, arrestata il 17 dicembre 1943, deportata ad Auschwitz e assassinata il 6 febbraio 1944. Amalia Levi (in Saralvo), nata il 12 settembre 1893, arrestata e deportata ad Auschwitz, assassinata nel maggio 1944. Mario Saralvo, nato il 19 maggio 1891, arrestato e deportato ad Auschwitz, assassinato il 23 maggio 1944. Giorgio Saralvo, nato il 14 giugno 1915, arrestato e deportato ad Auschwitz, assassinato il 23 maggio 1944. Nello specifico, la famiglia Saralvo è stata prelevata dalla residenza di piazza del Popolo, le sorelle Jacchia dalla loro abitazione di corso Comandini e le sorelle Forti dalla casa di corso Garibaldi.

Da Forli sono state arrestate, deportate e assassinate ad Auschwitz, 12 persone. 

Corso Garibaldi, 2: Nissim Matatia: nato 1889, arrestato Novembre 1943, deportato 1943 Auschwitz, assassinato 27.4.1944; Matilde Hakim: nata 1897, arrestata 1.12.1943, deportata 30.1.1944, assassinata; Nino Matatia: nato 1924, arrestato 1.12.1943, deportato 1944 Auschwitz, liberato (Morì nel 1946 per le privazioni subìte in campo di concentramento); Camelia Matatia: nata 1926, arrestata 1.12.1943, deportata 1944, Auschwitz, assassinata); Roberto Matatia: nato 1929, arrestato novembre 1943, deportato 1943, Auschwitz, assassinato 18.1.1944; Corso Diaz, 63: Remigio Diena: nato 1923, arrestato 8.3.1944, deportato 1944, Auschwitz, assassinato 1945; Corso della Repubblica 108: Gustavo Saralvo: nato 1890, arrestato giugno 1944, imprigionato 1944, Marradi, morto il 27.6.1944; Via Bruni 16: Itala Spazzoli: nata 1904, arrestata 7.8.1944, deportata 1944, Dachau, liberata; Orsola Franca Ferrini: nata 1923, arrestata 7.8.1944, deportata Dachau, liberata; Via Giorgio Regnoli 88: Renzo Saralvo: nato 1891, sopravvissuto nascondendosi; Celeste Sonnino: nata 1901, sopravvissuta nascondendosi; Piazzetta Don Pietro Garbin 8:  Don Pietro Garbin: nato 1907, dava rifugio anche a ebrei, arrestato agosto 1944, torturato, liberato agosto 1944.

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