Centro Arti e Scienze Golinelli «Oltre lo spazio, oltre il tempo: il sogno di Ulisse Aldrovandi»

Spazio e tempo. Attorno a questi due concetti ruota l’itinerario espositivo ospitato dal 4 febbraio al 28 maggio 2023 presso il Centro Arti e Scienze Golinelli  (Via Paolo Nanni Costa, 14 Bologna). Oggetti, reperti, modelli 3D, exhibit interattivi e immersivi, sculture e pitture si combinano e si mescolano in un percorso di ricerca che parte dal nostro passato per esplorare un futuro ancora inimmaginabile per l’uomo. Nato dalla collaborazione tra il Sistema Museale d’Ateneo (Sma) e la Fondazione Golinelli, il progetto comprende anche opere inedite dell’artista Nicola Samorì oltre che di Mattia Moreni e Giacomo Balla in un connubio tra arte e scienza lungo un unico continuum passato-futuro. 

Ulisse Aldrovandi (1522-1605). Grande naturalista, grande scienziato. A cinquecento anni dalla sua nascita, quale sarebbe stato il suo sogno oggi? Lo abbiamo chiesto al professor Ciancabilla, docente Alma Mater, e curatore della mostra insieme ad Andrea Zanotti, Roberto Balzani e Antonio Danieli. «Ulisse Aldrovandi non si è mai accontentato – afferma Ciancabilla – il suo desiderio l’ha sempre portato ad esplorare il nuovo. Il suo sogno oggi sarebbe quello che l’uomo mantenga e alimenti la sua curiosità nei confronti della vita, della natura, di ciò che lo circonda per proseguire nel viaggio della conoscenza».

Modello di città su Marte BIG – Bjarke Ingels Group

Considerato uno dei più grandi scienziati della natura e del suo tempo, padre della scienza moderna, ad Aldrovandi e alla sua capacità di osservare e catalogare, dobbiamo lo studio degli animali e delle piante dal vivo come lo conosciamo oggi e il più completo microcosmo di natura esistente dell’antichità. Nel viaggio della conoscenza allestito presso il Centro Golinelli si parte dal passato. In mostra frammenti geologici, antichi erbari, resti di animali che hanno abitato la terra più di mezzo milione di anni fa. Tante le meraviglie della natura esposte per entrare in contatto con il nostro passato e riscoprire le nostre radici. Ma la curiosità del grande scienziato non si è fermata solo all’osservazione e all’analisi di tutto ciò che lo circondava, spingendosi oltre attraverso l’immaginazione e la rappresentazione di mostri e prodigi della natura a cui ha dato forma nel suo famoso trattato Monstruorum Historia.

Sfinge, Nicola Samorì

Ed ecco che entra in gioco l’immaginazione. Si apre così la seconda dimensione di questo viaggio della conoscenza che supera il tempo presente. Come dei nuovi Ulisse Aldrovandi, esploreremo la vita nelle sue manifestazioni più estreme, andremo oltre i confini dello scibile umano, oltre lo spazio, oltre il tempo con le lenti dell’immaginazione, dell’ingegno e della creatività umana, riattualizzando la chimera del grande scienziato. «Il percorso espositivo scombina le carte – prosegue il prof. Ciancabilla – non importa se ciò che ci stupisce è elemento naturale, tecnologia o opera d’arte. Le une sono espressioni della natura nelle sue manifestazioni più pure, le altre esprimono il massimo ingegno dell’uomo e della sua creatività, ma il filo che le accomuna, siano essi parte di un sistema naturale o prodotti della natura umana, è il medesimo». 

La stretta relazione tra arte e scienza è l’altra chiave di lettura per rappresentare il nostro passato e dare forma al futuro. Il percorso si arricchisce delle opere inedite di Nicola Samorì che reinterpreteranno il mondo di Aldrovandi e di altri artisti contemporanei, Mattia Moreni e Giacomo Balla, recuperando il passato con Bartolomeo Passarotti, artista prediletto di Aldrovandi. Il tutto in un’alternanza ad oggetti del futuro grazie alla collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea. «Memorie del passato e oggetti del nostro vivere contemporaneo  – conclude il curatore – saranno mescolati in un percorso immersivo e multisensoriale che porterà l’uomo a immaginare come potrebbe essere la sua vita in una dimensione spaziale estrema».

Esemplare di Mene rhombea, Monte Bolca. Collezione di Geologia “Museo Giovanni Capellini”

Una mostra, dunque, che vuole varcare i confini in cui gli spettatori viaggeranno attraverso il tempo e lo spazio, senza rompere mai del tutto con l’una o con l’altra dimensione. Una mostra che vuole stupire, per portarci a guardare il passato e il futuro con gli occhi del grande scienziato e creare la nostra wunderkammer (camera delle meraviglie, ndr) recuperando così lo stupore e la meraviglia aldrovandiana delle cose, motore della conoscenza e del progresso dell’uomo.

Modello di città sulla luna. BIG – Bjarke Ingels Group

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