Chi è Banksy?
Fino al prossimo 6 agosto Palazzo Pallavicini sarà un condensato di emozioni di inaudita potenza. Cosi potenti da fluttuare all’interno delle suggestive sale della splendida residenza storica bolognese, in via San Felice 24, a pochi passi dalle Due Torri e da Piazza Maggiore.
Sgomento, rabbia, paura, felicità, stupore, mistero, in una sola parola: vita. Come un libretto d’istruzioni, Banksy te la spiega nelle sue sfumature più profonde, ti illumina angoli buii, ma può anche condurti in sentieri oscuri, in labirinti che è meglio non conoscere. Dopo aver percorso i gradini del XV secolo inizia il mondo di Banksy. Si comincia entrando nella sala a sinistra, dove regna il silenzio spezzato dal fruscio del vento che piano piano si trasforma. Si fa più acuto. Dopodichè si sentono sirene della polizia che si avvicinano minacciosamente. Camminando diritti si arriva in un angolo della sala in cui c’è una domanda: chi è Banksy?
Ebbene si, la sua identità è ignota. Nessuno sa quale sia il suo vero nome, ma i suoi stencil graffiti sono apparsi in tutto il globo. Non a caso nel 2010 Times Magazine lo ha inserito nella lista delle 100 persone più influenti al mondo, insieme a Obama, Steve Jobs e Lady Gaga. L’ipotesi più accreditata è che sia uno dei primi graffitari di Bristol degli anni ’80.
Proseguendo il percorso, il nostro sguardo viene catturato dall’opera più iconica di Banksy: Girl with Ballon, apparsa nel 2002 sulle scale del Waterloo Bridge a Londra. Semplice e tenero a prima vista, questo stencil su tela ci spiazza dopo che la prima impressione di empatia svanisce. La bambina sta prendendo il palloncino o sta forse per perderlo? Il significato può essere interpretato come l’avvento della speranza e dell’amore o come la perdita dell’innocenza.

Banksy inizia il bombardamento. Ogni sua opera ti assale di domande senza risposta apparente. In ognuna delle sei sale è presente un piccolo estratto del genio visionario dell’artista, del suo modo di fare e concepire l’arte, ma anche qualche sua dichiarazione lasciata trapelare di soppiatto.
In ogni suo graffito c’è voglia di cambiamento, rabbia, tanta energia e ancora rabbia, soprattutto verso l’essere umano. Ma anche sincerità, questa persona non si è mischiata con il mondo, con le sue contraddizioni e compromessi. Come ha potuto conservare le sue idee in manieria cosi lucida e pura?
Proseguendo nella seconda stanza uno stencil balza all’occhio con vigore. Apparso per la prima volta sul muro di una discoteca a Brighton nel 2002, Laugh Now è un graffito raffigurante una scimmia avente un cartello appeso al collo con su scritto: “Ridete ora, ma un giorno saremo al comando”.

La figura della scimmia ricompare spesso nell’immaginario di Banksy. Lo street artist colloca il suo lavoro tra una critica all’Uomo che riduce in schiavitù altri esseri viventi.
Intanto mentre accediamo alla terza sala, le sirene della polizia si avvicinano, mentre il vento si allontana. Qui la parola d’ordine è scuotere l’ordine costituito. In mezzo alla stanza una grossa striscia di calcestruzzo e uno stencil di un poliziotto intento a sniffarla. Accanto “Kissing Coppers”, graffito raffigurante due poliziotti che si baciano.

La situazione nella quarta sala si fa incandescente: il muro della Cisgiordania a sinistra, ricoperto di graffiti e detriti ai suoi piedi. Polizia in elicottero sorvola e sorveglia il territorio. Quando pero le eliche smettono di girare e sono lontane, ecco che sembra di essere all’asilo. Le voci di bambini che giocano e ridono si fanno sempre più forti, nonostante intorno siamo circondati da facce serie di adulti. Polizia e bambini, due satelliti che orbitano attorno al pianeta Bansky. Due satelliti destinati ad entrare in collisione l’uno con l’altro.
Da questo punto in poi Banksy si scatena, non risparmia niente e nessuno. Religione, arte, istituzioni, polizia, militari, carcerati, broadcasters, giornali, grandi compagnie e persino tu, si proprio tu che stai leggendo finisci sotto la lente di ingrandimento di Banksy.
Qualcosa di unico. Un supereroe, un pazzo, un visionario. Ne esci trasformato, diverso, più forte.