Conferimento laurea ad honorem ad Alberto Vacchi
Nella suggestiva cornice dell’abside di Santa Lucia, lo scorso 20 gennaio, si è svolta la solenne cerimonia per il conferimento della laurea ad honorem in ingegneria gestionale ad Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato del gruppo Ima, multinazionale di macchine automatiche che è diventata una holding da 1,7 miliardi di fatturato per il 90% esportato in 90 Paesi, con quasi 7mila dipendenti e 53 stabilimenti nel mondo.
Il corteo dei docenti, vestiti con tocco e toga, avanza lungo le antiche navate dell’aula Magna di via Castiglione, sulle note e i canti eseguiti dal Collegium Musicum Almae Matris che rendono ancora più solenne ed emozionante l’evento istituzionale della più antica università del mondo. In testa sfila il Magnifico rettore dell’Alma Mater Studiorum prof. ing. Giovanni Molari, seguono il direttore del Dipartimento di Ingegneria industriale prof. ing. Alfredo Liverani, il direttore del Dipartimento di Scienze aziendali prof. Angelo Paletta, il proponente la laurea prof. Federico Munari, chiude il corteo il laureando Alberto Vacchi.
Seduti in prima fila il sindaco di Bologna Matteo Lepore, gli assessori della Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla (Sviluppo economico, green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali) e Mauro Filicori (Cultura e paesaggio), gli ex rettori Fabio Roversi Monaco (1985-2000) e Francesco Ubertini (2015-2021), l’ex presidente del Consiglio dei ministri e della Commissione europea prof. Romano Prodi e consorte, l’ex ministro Piero Gnudi, Luca Cordero di Montezemolo, i vertici della Fondazione Carisbo, il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, gli imprenditori Sonia Bonfiglioli e Maurizio Marchesini, il segretario della Cgil metropolitana Michele Bulgarelli, le storiche associazioni goliardiche studentesche e numerosi rappresentanti delle autorità civili, militari e religiose.
Il neo ingegnere Alberto Vacchi, secondo le motivazioni del Dipartimento che lo ha proposto, si è conquistato sul campo questa laurea ad honorem, già prima con il conseguimento di un diploma magistrale in giurisprudenza, ma in particolare con il suo personale impegno al timone della multinazionale di famiglia. Dal 1996 come amministratore delegato e successivamente come presidente del CdA della holding leader mondiale del packaging.
«La vera sfida sarà continuare a migliorare anche dopo i fondi del Pnrr – evidenzia il rettore Giovanni Molari – collaborazione, responsabilità e sostenibilità dovranno essere le parole chiave della nostra azione. Di fronte a situazioni straordinarie servono soluzioni straordinarie, coraggiose e innovative. Solo l’unione delle forze e la condivisione di obiettivi lungimiranti – con imprese come Ima – consentirà all’Università di Bologna di conservare e implementare la sua posizione esemplare a livello nazionale. Quella di oggi è una laurea che ha un valore intrinseco e un valore simbolico, credo che testimoni anche i rapporti che l’Alma Mater ha con il territorio. Abbiamo cercato di rafforzarli e valorizzarli in questi anni, in armonia ai tanti accordi-quadro firmati con le aziende locali, e continueremo così. Oggi, a conferma di tutto questo – conclude il Magnifico – abbiamo con noi una persona che rappresenta una delle aziende principali del nostro territorio. E una partecipazione così ampia e sentita alla cerimonia di conferimento della laurea ad honorem è il segno delle tante istanze culturali, sociali ed economiche che convergono in questo riconoscimento».
Vacchi nel 2018 è stato insignito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche del titolo di Cavaliere del Lavoro. «Questo Ateneo ha imboccato da tempo la strada del dialogo col territorio – ha dichiarato l’imprenditore con voce commossa durante la lettura della lezione dottorale – e oggi per me è un onore incredibile ed è completamente diverso rispetto alla prima laurea. In futuro deve rimanere e deve crescere il legame tra Università e territorio a Bologna. Per crescere bisogna avere il coraggio di allearsi e sciogliere i legami col passato, seguendo sempre logiche tipicamente industriali, come il delisting del 2021 per rinforzare i pilastri su cui volevamo crescere: digitalizzazione e i nuovi materiali green. Investimenti lunghi e pazienti che non possono essere guidati e limitati dai requisiti finanziari tipici del mercato borsistico».
Il presidente Ima ha riconosciuto il valore della classe politica dell’Emilia-Romagna «che è stata governata meglio di altre aree italiane, nonostante – chiosa Vacchi- nella consapevolezza che l’Italia avrebbe bisogno di più ingegneri per modernizzare e di meno burocrati vecchio stile».
La storia di Ima rappresenta una realtà unica e complessa nel panorama delle grandi industrie italiane. I primi passi negli anni Sessanta dello scorso secolo, quando la piccola azienda meccanica ubicata nella provincia bolognese (Ozzano dell’Emilia, ndr) si specializza nella produzione di macchine per il confezionamento delle bustine di tè. Crescendo fino a diventare leader globale in diversi settori essenziali, come il packaging dei cibi e dei prodotti farmaceutici.
«L’Ima – conclude Vacchi – ha una solida base tecnica per produrre qualità e affidabilità, dando piene deleghe ai manager, rispettando le persone, azzerando i conflitti e condividendo gli stessi valori del cristianesimo. Questa università ha imboccato da tempo la strada del dialogo col territorio, ed è per me un onore incredibile. In futuro, questo legame tra ateneo e territorio deve continuare e crescere ancora».
*Foto copertina: da sinistra il prof. Alfredo Liverani, Alberto Vacchi e il Magnifico rettore Giovanni Molari.