Cosa é l’impegno pubblico?

Maria Letizia Guerra, professoressa del Dipartimento di Scienze statistiche, è la prima delegata all’impegno pubblico dell’Università di Bologna. La docente che insegna Metodi matematici dell’economia e delle scienze attuariali e finanziarie, ci spiega meglio l’importanza della delicata delega affidatale dal rettore nel 2021: «Per il nostro ateneo – precisa – si tratta di un consolidamento della riscoperta della propria vocazione ad essere una istituzione civica». 

La delegata all’impegno pubblico Maria Letizia Guerra

La scelta dell’Università di Bologna di individuare un proprio delegato su questa tematica non va unicamente interpretata come diretta conseguenza del riconoscimento della rilevanza che la cosiddetta Terza missione è venuta ad assumere nell’intero sistema universitario italiano negli ultimi anni; va piuttosto ricondotta alla riaffermazione dei principi attorno ai quali si articola il Piano strategico 2022-2027, tra i quali quello della volontà di incrementare la responsabilità sociale dell’ateneo in tutte le sue attività, attraverso nuove o consolidate collaborazioni con i numerosi e attivi interlocutori sociali. Unibo ha inteso, così, segnalare con forza la volontà di riconoscersi in un modello di università civica, capace di integrarsi nelle città del multicampus, promuovendo il benessere della cittadinanza e delle comunità.

La qualificazione del termine impegno pubblico trova una connotazione internazionale nel termine public engagement che è sempre stato un’irrinunciabile vocazione delle università inglesi e che prevede la definizione di processi bidirezionali, che presuppongono l’interazione e l’ascolto e hanno l’obiettivo di generare benefici reciproci, per esempio lo sviluppo di nuove competenze, l’acquisizione di nuove intuizioni o idee, lo sviluppo di attività di ricerca più efficaci, la costruzione di reti più solide tra le persone, le risposte ai bisogni della società.

I progetti di impegno pubblico che creano un impatto positivo sono quelli in grado di generare vantaggi per tutti i soggetti coinvolti.   «L’idea di public engagement si formula per contrasto – precisa la prof.ssa Guerra – con una concezione unidirezionale del trasferimento della conoscenza. Alla linearità viene contrapposta idealmente la circolarità di un rapporto di scambio continuo tra università e società, tramite il quale si può costruire e consolidare in modo incrementale una conoscenza condivisa e socialmente utile, definendo al tempo stesso traiettorie di sviluppo benefiche per le collettività. Consenso, informazione, consultazione, riappropriazione e presidio sociale della conoscenza sono nodi affrontati in documenti di indirizzo strategico su ricerca e innovazione e in agende di sviluppo come Agenda 2030, utili a concepire l’innovazione nel ventunesimo secolo orientata al perseguimento del benessere collettivo, in un’ottica globale».

È opinione consolidata che siano sette le dimensioni principali che contraddistinguono un’università civica. Innanzitutto, essa si impegna attivamente tanto con il resto del mondo, quanto con la comunità locale, del luogo in cui si trova. In secondo luogo, adotta un approccio olistico al coinvolgimento, considerandolo come un’attività da realizzare a livello di istituzione e non limitata a specifici ricercatori o team. Ha una forte consapevolezza della propria collocazione territoriale, in quanto sa riconoscere in che misura la sua posizione possa essere di aiuto nel forgiarne univocamente l’identità come istituzione. Interiorizza un senso di scopo perché è in grado di comprendere non solo in quali iniziative eccella, ma anche in quali sappia mettersi al servizio della comunità. È disposta ad investire, per ottenere un impatto che vada oltre i confini dell’accademia. Le sue attività sono trasparenti e rendicontabili, nei confronti dei propri stakeholder e del pubblico più in generale. Infine, fa uso di metodologie innovative, come ad esempio i social media e il team building, nelle sue attività di engagement con il mondo esterno.

Zambé; evento dedicato all’impegno pubblico Unibo

«L’idea che viene perseguita è quella di un’università che vuole sempre più integrarsi nelle città – prosegue la delegata – che perfeziona il suo contributo anche grazie all’esperienza di progetti di cooperazione internazionale e che concretizza i principi del citizen engagement, che risultano particolarmente efficaci nella nostra regione, in quanto è diffuso un atteggiamento di partecipazione. A sua volta, la presenza di numerosi e attivi stakeholder richiede l’individuazione di modalità volte a sistematizzare i modelli di collaborazione, per rendere sempre più tangibile la creazione di valore pubblico. In Unibo, inoltre, sussistono eccellenti attività di ricerca e innovative attività di didattica, ambiti privilegiati in cui i ruoli della comunità studentesca, del personale e dei docenti si intrecciano e si valorizzano in uno scambio sempre proficuo».

Sono tanti, quindi, i livelli in Unibo dell’impegno pubblico: informazioni, dialogo, collaborazioni con la società, volti alla valorizzazione del sapere e della ricerca, con l’intento di contribuire alla formazione di nuova conoscenza, più diffusa, aperta, partecipata. «Stiamo lavorando anche per sistematizzare le attività di citizen science – conclude la prof.ssa Guerra – ossia quelle in cui la co-progettazione con i cittadini si propone allo stadio più elevato, in quanto divengono essi stessi ricercatori. Siamo intenzionati a valutare l’opportunità di creare un modello di citizen science per l’ateneo che tenga conto delle caratteristiche della nostra regione e delle risorse sulle quali si può contare».

Lascia un commento