FERRARA: PALAZZO SCHIFANOIA
Visita guidata a Palazzo Schifanoia
accompagnati da Giacomo Alberto Calogero, PhD in Arti visive,
Professore a contratto del Dipartimento di beni culturali dell’Università di Bologna
In una zona ricca di verde presso l’antico corso del fiume Po, Alberto V d’Este signore di Ferrara, nel 1393 fa erigere una dimora destinata alla rappresentanza e allo svago, un tempo denominata “delizia”: il termine “schifanoia” deriva infatti da Schifar ovvero Schivar la noia, allontanare il tedio degli impegni richiesti dal governo e si riferisce alla funzione di svago e ricreazione dell’edificio.
Il nipote Borso d’Este, duca di Ferrara tra il 1450 e il 1471 ne dispone l’ampliamento così come ci appare ancora oggi; il lungo edificio viene suddiviso in due ali: ad ovest l’ala trecentesca ad un unico piano, ad est quella del Quattrocento su due piani e chiamerà a raccolta molti fra gli artisti attivi a Ferrara ai quali affida la decorazione del salone della sua “delizia” , il Salone dei Mesi con l’affresco raffigurante il ciclo dei Mesi, celebrazione della sua casata in chiave astrologica e mitologica, insieme con rappresentazioni di trionfi di divinità pagane, figurazioni della vita quotidiana e simboli dell’astrologia.
Gli affreschi sono l’opera collettiva di diversi pittori ferraresi della scuola di Cosmé Tura, tra cui Francesco del Cossa ed Ercole de’ Roberti.
Le decorazioni interne hanno subito molte distruzioni, ma ciò che è rimasto dello splendido ciclo di affreschi voluti da Borso, è considerata una delle pagine più alte del rinascimento italiano.
Palazzo Schifanoia è oggi visitabile con un nuovo percorso espositivo: una nuova la concezione museografica elaborata dalla Direzione dei Musei di Arte Antica con l’intento di riconnettere Ferrara con una delle testimonianze più importanti della propria storia.
Al Salone dei Mesi, il capolavoro del Rinascimento estense inaugurato nel 2020 con una nuova e magica illuminazione, si sommano ora le altre 10 sale del palazzo quattrocentesco, alcune delle quali mai viste: un viaggio nel tempo che spazia dall’età di Borso e di Ercole I, transita per i fasti cinquecenteschi di Alfonso I, per poi percorrere l’autunno del Rinascimento e, attraversando la Devoluzione, mutare di stato ed evolversi nella Ferrara barocca della grande pittura sacra e in quella classicista, civica e illuminista del cardinale Riminaldi, nume tutelare del Museo Civico.
Iniziativa realizzata con il contributo dell’Università di Bologna