Francesco Ubertini saluta e promette: «Presto inaugureremo la nuova sede del Circolo»
di Francesca Montuschi.
Non so come chiamarla, Magnifico certamente, ma anche, in un certo senso, Socio visto che è Socio onorario del CUBo, che come sa ha due anime, una culturale e una sportiva. Quale è il suo rapporto con lo sport?
Ho cominciato a giocare a basket quando avevo 8 anni. Fino ai 18 anni lo sport è stata una componente importante della mia vita. Una parte di quello che sono credo derivi da quel bel periodo, un’esperienza vissuta intensamente con tanti amici, durante la quale ho imparato il significato di gioco di squadra, finalizzare una azione come squadra e non come singolo individuo.
Dividere i compiti per moltiplicare il successo. Se potesse costruire una sua squadra di magnifici cinque, quali sono i nomi che le vengono in mente?
In tutto il periodo del lockdown ho lavorato nell’anticamera del mio studio ed è anche per questo motivo, che tra i magnifici sceglierei Giuseppe Carducci e Laura Bassi, i loro quadri mi hanno accompagnato come angeli custodi. Poi Patrick Zaki, in rappresentanza dei diritti umani per la Comunità degli studenti. In rappresentanza della società con cui ho cercato di stabilire connessioni, in una Università aperta al mondo esterno, simbolicamente sceglierei anche Isabella Seragnoli. Il quinto magnifico, io! (sorride, nda).
Sono giorni per lei di intensi passaggi di consegne che denotano un clima disteso con il prossimo rettore prof. Giovanni Molari. È un clima che fa bene alla comunità, e che pervade nei palazzi. Ci sarà anche un momento simbolico di passaggio di consegne ufficiali che segnerà la chiusura del suo mandato?
Vedo, incontro, Molari molto spesso e penso stia avvenendo tutto nel migliore dei modi. In un mondo di cosi forte trasformazione, con l’avvio di Next generation Eu, è molto importante per l’istituzione che ci sia continuità. Non abbiamo nella tradizione accademica una forma di celebrazione del passaggio di consegne. Il 27 ottobre saluterò la comunità e simbolicamente avverrà plasticamente la chiusura del mio mandato.

Sente di avere saputo innestare un suo stile anche nella forma nel suo mandato? I gesti di umanità sono importanti anche nei palazzi della scienza.
Sicuramente sono stato un rettore con una sua personalità e il mio modo di essere non è cambiato durante il mandato. L’attenzione, la sensibilità, il rapporto con gli altri sono elementi importanti per la figura di chi ha responsabilità a guidare una grande Comunità. Sono sereno perché ho interpretato il ruolo nel meglio delle mie capacità.
Veniamo un po’ invece alle cose più di contenuto. Che ateneo consegna a Molari? Quali sono i punti di forza da valorizzare e i punti di attenzione secondo lei da colmare nel nostro ateneo?
Giovanni Molari si troverà a guidare un ateneo in crescita: sono cresciuti gli studenti, gli scambi internazionali, più che raddoppiati i fondi della ricerca, i docenti e ricercatori, i tecnici amministrativi, le start up. I punti di attenzione sono la cura che bisogna porre alle difficoltà insite nella crescita.
In questi anni ha promosso e realizzato molti progetti. Se dovesse passare in rassegna fotografica il suo mandato, quali immagini vedrebbe? Quale fotogramma che secondo lei la rappresenta e per il quale vorrebbe essere ricordato?
Mi passano davanti l’immagine della Piazza di San Domenico in cui ho avuto l’onore di intervenire assieme al papa Francesco, quando ho parlato di fronte al re di Spagna in occasione dei 8oo anni dell’Università di Salamanca, e ancora il grande piano di investimento, la tantissima attesa inaugurazione del Navile di qualche giorno fa, e l’avvio di ‘Romagna Salute’. Non riesco a pensare ad un singolo fotogramma per il quale vorrei essere ricordato, penso ad una immagine composta da tante foto piccole che disegnano un quadro di volti e momenti che hanno reso questi anni unici.

Parlando di futuro che è già presente. È stato nominato presidente della Fondazione per la Formazione universitaria a orientamento professionale (Fup). Il tema dei rapporti con le imprese e della formazione professionale in ambito universitario continuerà ad essere importante per lei?
I percorsi triennali ad orientamento professionale, pensati per l’ingresso diretto nel mondo del lavoro, rappresentano una delle scommesse del Paese per il prossimo futuro. Le percentuali dei laureati in Italia è sotto il 30%. La media europea è al 40%. In Germania un terzo dei laureati è legato alla formazione duale, questo tipo di formazione. Abbiamo creato un soggetto nuovo che dovrà gestire questi percorsi per tutte le università della Regione Emilia-Romagna, insieme alle Confindustrie territoriali e associazione Its.
Lei è appena stato nominato anche presidente Cineca; non mi piace rettore emerito perché restituisce un messaggio di merito ma anche di inattività; piuttosto con la sua nuova carica potremmo dire che sia un Multirettore, non trova?
In un certo senso si (sorride, nda). Sono stato nominato dalla ministra Messa a seguito dell’elezione in Cda che è composto da quasi tutti i rettori delle università italiane. Il Cineca assumerà in futuro un ruolo chiave, visto che la trasformazione digitale sarà una direttrice dominante che attraversa il piano Next Generation EU. È una grande responsabilità, ma credo sarà un altro posto dove ci sarà la possibilità di divertirsi.
La ringrazio a nome anche del CUBo del sostegno alla nostra associazione, degli stimoli e spinte continue alla innovazione e soprattutto della modalità gentile e inclusiva. Vuole salutare la nostra comunità?
Credo che l’Università sia soprattutto comunità ed è per questo che il CUBo ha un ruolo fondamentale. Sono io che ringrazio voi. Spero di poter a breve partecipare all’inaugurazione della nuova sede del CUBo e del Faculty club.
Allargando lo sguardo alla grande Comunità dell’Alma Mater, ringrazio tutte e tutti di avermi concesso l’onore di guidare il nostro ateneo. Mi sono molto divertito.Vi porterò sempre nel cuore. Io comunque non vado via, continuerò ad insegnare e fare ricerca…