Giornata mondiale della filosofia: ‘Sul confine: la filosofia e le sfide del presente’
All’interno dell’odierna organizzazione dei saperi, la filosofia è certamente quella forma del pensiero che, più di ogni altra, interroga se stessa circa il ruolo che le compete in un tempo in cui gli specialismi delle scienze sono sviluppati in massimo grado, determinando la loro progressiva autonomizzazione dalla filosofia e la fine di qualunque interrogazione critica sulla loro natura. Ne consegue che la filosofia, nel quadro odierno, sembra vivere una dimensione intrinsecamente decentrata, nomadica e transdisciplinare, collocandosi “sul confine” tra le discipline.
A partire da questa natura liminare dell’interrogazione filosofica, lo scorso 17 novembre – Giornata Mondiale della Filosofia – un gruppo di docenti dell’Alma Mater ha promosso un ricco programma di incontri, incentrati precisamente sulla nozione di “confine”. Il titolo, però, non inganni: ciò che la giornata ha inteso proporre non è la riduzione della filosofia a mero orpello, o scarna cornice metodologica di saperi applicativi, tecnici, ma, al contrario, la riattivazione di una forma del ragionamento propriamente filosofico, che – con la pluralità dei suoi mezzi e dei suoi metodi – aspira a interrogarsi sulle questioni profonde del senso. Convinti che la premessa agli “sconfinamenti” della filosofia, cioè alla sua immersione nella concretezza del presente, alla sua integrazione e al suo mescolamento con gli altri saperi, sia la consapevolezza del suo statuto disciplinare autonomo e critico, gli organizzatori della giornata hanno coinvolto diverse realtà educative e associative, e grazie al patrocinio dell’Ateneo e del Comune di Bologna hanno dato vita a una giornata che si è svolta in tre distinti momenti.
La mattinata è stata dedicata alla dimensione didattica della filosofia: insieme a Sebastiano Moruzzi, docente Unibo, e in collaborazione con le associazioni ΑΙΩΝ/AIÓN e FILÒ, che si occupano di innovazione nella didattica della filosofia, si è tenuto un incontro con gli studenti delle scuole del territorio bolognese, all’interno del quale i giovani studenti si sono misurati con l’avvincente pratica del dialogo filosofico. Nel pomeriggio i lavori si sono spostati nell’Aula Rossa di via Azzo Gardino 23, dove si è tenuto un incontro – coordinato dal Prof. Gennaro Imbriano – sul tema “Frontiere, confini, mappe. L’Europa e lo spazio globale”. In questa occasione si è provato a instaurare un dialogo tra diverse discipline – la storiografia filosofica, la geografia critica, la filosofia politica – per mettere a fuoco la crisi dell’Europa, oggi sempre più invischiata nei suoi particolarismi e incapace di definire la propria missione storica, che può essere individuata – questa la tesi sottesa al dialogo – solo ripensando il senso profondo – che è, appunto, filosofico, prima che tecnico – della sua identità, dunque scoprendo i suoi confini – geografici, concettuali e politici. Insieme a Sandro Mezzadra, filosofo politico che ha studiato il ruolo che i confini hanno avuto nello spazio globale, soprattutto con riferimento alla rideterminazione delle catene della valorizzazione capitalistica, animatrici della tavola rotonda sono state Annarita Angelini, studiosa di iconografia filosofica e storia della filosofia tra Rinascimento e modernità, e Alessandra Bonazzi, geografa e studiosa del pensiero critico tra moderno e contemporaneo.
L’interrogazione sul concetto di “confine” e di Europa ha mostrato come solo attraverso un’autentica sinergia tra saperi e prospettive sia possibile intercettare quella natura costitutivamente aperta e plurale, irriducibile a facili identificazioni, che caratterizza tanto la cultura europea quanto la filosofia di cui quest’ultima è figlia.
Nella stessa sede, il prof. Francesco Cattaneo ha presentato il nuovo seminario permanente degli studiosi di filosofia che si sono appena trasferiti al Dipartimento delle Arti, un seminario che ha l’ambizione di diventare un luogo di “sconfinamenti” e di dialogo filosofico intorno a temi di interesse generale e interdisciplinare – dalla “rappresentazione” alla “mimesis”, dal “movimento” alla “temporalità”, dal “ritmo” al “simbolo”, dalla “verità” alla “techne” –, nel quale poter esercitare proprio quell’esser “fuori luogo” che appartiene all’interrogazione filosofica e che Alcibiade nel Simposio platonico attribuisce allo stesso Socrate, indicandolo appunto come atopos, privo di luogo.
La giornata si è conclusa nel Salone Marescotti di via Barberia 4, sede del Dipartimento delle Arti, con un incontro d’eccezione tra Ivano Dionigi, ex rettore dell’Università di Bologna e latinista di fama internazionale, e Vincenzo Fano, presidente della Società Italiana di Logica e Filosofia delle Scienze. Coordinato da Carlotta Capuccino, professoressa di Storia della Filosofia Antica presso il nostro Ateneo, il dibattito ha toccato e messo a tema il rapporto problematico, ma non per questo improduttivo, tra scienze naturali e discipline umanistiche: il confronto tra la filosofia, le arti e le scienze non come ostacolo epistemologico, ma piuttosto come necessità intrinseca alle diverse discipline, capace di ampliarne le diverse prospettive arricchendo così di contenuto e cogenza il loro diverso contributo. Se possiamo tranquillamente affermare che l’autoinvestitura che la filosofia si era voluta attribuire a regina delle scienze non può che apparire, alla luce della nostra contemporaneità, problematica, non dovremmo però per questo rimuovere quella che resta una sua caratteristica decisiva e determinante e che oggi fatica ad affermarsi nel mondo accademico e culturale: la sua vocazione critica, che la conduce a interrogare tanto sé stessa quanto le altre discipline nei loro limiti e nei loro confini, mettendone così in discussione prospettive e identità costituite.