Giovanni Molari: «Continuero’ a partecipare alle iniziative dando il mio supporto al Circolo dipendenti UniBo»
di Francesca Sibilla.
“Un Ateneo libero e indipendente, laico e pluralista che ascolta e tiene conto delle esigenze di tutte le sue componenti per trovare sintesi condivise con cui affrontare le sfide impegnative che avremo davanti“. Con grande emozione, la stessa del giorno in cui è stato eletto, e forte senso di responsabilità, Giovanni Molari si appresta a dirigere l’università più antica d’Europa di cui rimarrà a capo dal 2 novembre 2021 al 2027.
Governo dell’ateneo il più possibile partecipato e condiviso per indirizzare le azioni delle diverse anime dell’Alma Mater verso un obiettivo comune, coinvolgimento attivo di studentesse e studenti in attività, processi e ricerca di soluzioni, dialogo costante con Bologna e con le città del multicampus in vista di politiche e strategie comuni: queste alcune delle direttrici che contraddistinguono il progetto che il nuovo Magnifico ha in mente per l’Università di Bologna, proseguendo, di fatto, un lavoro già in parte avviato in campagna elettorale.
Quarantasette anni, romagnolo di origine, ricercatore, docente, direttore di dipartimento, senatore accademico, ma prima di tutto studente dell’Alma Mater, ricorda con piacere alcuni momenti di quegli anni vissuti con impegno e intensità e la vocazione, quasi innata, per la ricerca. Sposato e padre di quattro figlie, trae proprio dalla sua famiglia, che lo ha sempre appoggiato in tutti questi mesi, sostegno ed energia per la sua nuova avventura, richiamando l’importanza di mantenere l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Un saluto infine a tutta la comunità e un grazie in particolare alle socie e ai soci del circolo dipendenti a cui è stata rilasciata l’intervista per sottolineare l’importanza di mantenere attiva l’associazione che permette a tante colleghe e colleghi di vivere l’ateneo nelle sue diverse forme e contribuisce ad accorciare distanze, creare coesione e sviluppare senso di appartenenza all’ateneo.

Manca poco ormai all’inizio del suo mandato, la nuova squadra è stata scelta. Con quale stato d’animo si accosta a questo importante incarico?
Sono emozionato come lo sono stato il giorno dell’elezione. E’ un grande onore e anche una grande responsabilità guidare l’ateneo nei prossimi anni. La scelta di condividere la squadra con un mese di anticipo è stata concordata con Francesco Ubertini e con il Direttore generale per dare continuità e favorire un passaggio di consegne che consentisse a tutto l’ateneo di partire senza interruzioni con la nuova governance. Credo che questo sia un passaggio importante di trasparenza, condivisione e anche di unione e comunità di intenti che ci potrà condurre verso un governo dell’ateneo il più possibile condiviso e partecipato.
Quali valori caratterizzeranno la sua strategia nei prossimi sei anni?
Lavorerò certamente per un ateneo libero e indipendente, laico e pluralista che ascolta e tiene conto delle esigenze di tutte le sue componenti, di tutte le persone che lavorano all’interno e che frequentano i nostri luoghi, le studentesse gli studenti e il personale, per cercare di trovare sintesi condivise che ci conducano attraverso le sfide impegnative che sono davanti a noi.
Nuova governance per il nostro ateneo e nuova governance per la nostra città. Un cambiamento nel cambiamento. Opportunità da cogliere?
Sì, credo che questo sia un aspetto molto favorevole del mio mandato. Non solo a Bologna ma anche in altre città del nostro grande multicampus sono cambiati i sindaci e le relative amministrazioni comunali. Avere il mandato universitario che parte insieme a quello del sindaco è una circostanza molto positiva a mio avviso sia a Bologna sia in Romagna perché permette di costruire insieme e da subito relazioni sui territori, organizzare politiche e attività nella misura migliore possibile. Sicuramente una grande opportunità da cogliere nei prossimi anni.
La comunità universitaria è molto grande, comprende docenti, ricercatrici e ricercatori e personale tecnico amministrativo, espressione di specifiche specializzazioni e competenze. Elementi distintivi nella gestione di queste due anime?
Sono sempre stato convinto che siamo tutti parte di una grande famiglia, dovremo lavorare insieme nei prossimi anni senza contrapposizioni cercando di ascoltare, dialogare, comunicare per indirizzare le nostre azioni verso un obiettivo comune. Credo che questo dovrà caratterizzare sempre di più il nostro modus operandi e sarà un aspetto da portare avanti dei prossimi anni.

Oggi siamo in un luogo unico in Europa che ripercorre attraverso oltre otto secoli il ruolo dello studente nell’università e nella società. Qual è oggi lo stato di salute dei nostri studenti?
E’ stato un periodo difficile per tutti soprattutto per le nostre studentesse e i nostri studenti costretti per forza di cose a fare lezioni da remoto, a non frequentare i nostri spazi, le nostre aule, le nostre città. Per fortuna la situazione si sta allentando, la pressione della pandemia si sta riducendo, stiamo tornando in presenza ed è molto bello tornare a vedere nuovamente studentesse e studenti nei luoghi dell’Alma Mater, nelle vie e nelle piazze della zona universitaria. Nei prossimi anni dovremo coinvolgere la componente studentesca sempre di più nelle attività, nei processi, nelle iniziative dell’ateneo che si rivolgono a loro per far sì che vivano e che viviamo noi insieme a loro, la nostra università.
Cosa ricorda di quando era studente?
Anche io sono stato studente del nostro ateneo, il mio percorso è stato nell’ambito dell’ingegneria meccanica. Ricordo le prime lezioni che facevo nell’aula Pincherle nell’allora facoltà di matematica dove aspettavamo la fine della lezione precedente e poi tutti a correre per cercare di trovare posto alle lezioni di analisi uno che lì sì svolgevano. Sono stati bei momenti, vissuti con particolare intensità, momenti che conservo tutt’ora e che non dimentico ma anzi ricordo con grande piacere.
Com’è nata la scintilla della ricerca?
E’ stata un po’ una vocazione per me: sono sempre stata una persona curiosa, ho sempre cercato di scoprire, capire, appunto ricercare, la caratteristica principale di chi vuole intraprendere questo percorso. Penso che la voglia di fare il ricercatore sia partita proprio da questa mia curiosità.
Oltre ad essere ospitati dal Museo dello Studente, ci troviamo nella Sala delle Donne. Di fianco a noi il ritratto di Laura Bassi, prima donna ad ottenere la cattedra accademica nel nostro ateneo. E’ recente l’adozione del Gender Equality Plan nel nostro ateneo. Mero adempimento o cambiamento di sostanza?
Il superamento delle disparità di ogni natura è un tema di grande rilievo che va affrontato nei fatti e non solo nelle parole e nel linguaggio. Il Gender Equality Plan è sicuramente un passaggio importante nella nostra organizzazione, ho voluto un delegato che si occupasse di equità e inclusione proprio per dare un messaggio di quanto ritenga fondamentali queste tematiche. Cercheremo di fare del nostro meglio in questa direzione.

La nostra chiacchierata sarà pubblicata sul blog del circolo dipendenti che vanta 40 anni di età. Sappiamo che anche lei è socio. Secondo lei è importante mantenere questo spazio?
Ritengo sia un’associazione vitale e molto importante all’interno del nostro ateneo. Io stesso negli anni ho partecipato a diverse iniziative del circolo dove ho ritrovato colleghe e colleghi in una veste diversa. Credo che sia molto bello trovarsi fuori dall’ambiente di lavoro per eventi culturali sportivi e altre iniziative, questo favorisce lo sviluppo di relazioni di amicizia, accorcia sicuramente le distanze e aiuta. Per quanto possibile continuerò a dare il mio supporto.
Tra le tante attività del circolo rilevante è l’attenzione per lo sport. Tra i tanti ce n’è uno che preferisce?
Fino a quando ho studiato all’università mi piaceva praticare qualunque tipo di sport, non a livello strettamente agonistico ma amatoriale. Adesso sostanzialmente mi sono concentrato su trekking, camminate e sci, praticato quasi sempre con il circolo. Abbiamo costruito un bel gruppo, unito e coeso, mi sono trovato sempre molto bene tanto che, nonostante i numerosi impegni, mi fa piacere continuare ad andarci.
A proposito di iniziative culturali se le faccio vedere questa foto cosa le viene in mente?
Ricordo bene, è una foto scattata durante l’ultima edizione della Notte dei Ricercatori, una bellissima iniziativa che mostra alla città quello che facciamo nella ricerca. Sono passato quella serata con le mie figlie, ho girato per i numerosi stand della nostra università, ho visto tante giovani ricercatrici e ricercatori che spiegavano con passione e in maniera semplice la ricerca tornando ad occupare via Zamboni, simbolo della nostra università. Un bel messaggio per la città e per valorizzare il nostro impegno quotidiano nella ricerca.
Nella nuova avventura che si appresta a vivere che ruolo gioca la sua famiglia?
La mia è una famiglia numerosa: sono marito e anche padre di quattro figlie. Ho ricevuto in questo periodo sempre molto sostegno e appoggio, senza di loro non sarei qua. Cercherò sempre di mantenere spazi per stare con loro anche nei prossimi anni, nel periodo di svolgimento dell’incarico che sto per assumere e che mi rendo conto sarà impegnativo. Credo sia molto importante per tutti, anche per il rettore, ritagliarsi momenti riservati ai propri affetti che sono sempre fonte di carica e sostegno.

Per un momento le chiediamo di proiettarsi nel futuro, come le piacerebbe lasciare l’ateneo che si appresta a guidare?
Mi piacerebbe vedere un ateneo che continua a crescere, a correre a mantenere le posizioni conquistate in questi anni a livello nazionale e internazionale, possibilmente anche incrementandole. Soprattutto mi piacerebbe aumentare la coesione tra di noi, tra noi e le città dei nostri territori. Al nostro interno mi piacerebbe cercare di fissare in maniera sempre più netta delle linee, delle direttrici rispetto a quelle che sono le tematiche che ci vedono eccellere oggi e che ci coinvolgono sia livello nazionale, sia a livello europeo.
Infine un messaggio per tutta la comunità accademica e per le socie e i soci del circolo
Mi sembra doveroso ringraziare il circolo per questa iniziativa e naturalmente inviare un saluto a tutte le colleghe e a tutti i colleghi del circolo e dell’università. Ci rivedremo il 2 novembre quanto prenderò servizio come rettore del nostro ateneo, quello sarà il vero momento di inizio di questo mio mandato. Un arrivederci quindi a presto.
A nome del Circolo dei dipendenti universitari un grande grazie per l’attenzione e la disponibilità riservataci e un caloroso augurio e “in bocca al lupo” per i prossimi sei anni.