Il Din ha presentato un innovativo ed ecologico impianto per la pulizia dei fondali marini
Un team di ricercatori del Dipartimento di ingegneria industriale (Din) UniBo, guidato dal prof Cesare Saccani (ordinario di Impianti Industriali Meccanici), ha studiato e collaudato, prima nel porto di Riccione e successivamente in quello di Cervia, un innovativo sistema ad eiettori per la pulizia e il rimodellamento dei fondali marini. Questa ricerca, per il suo alto valore ambientale ha attirato l’attenzione della testata giornalistica della Rai dell’Emilia-Romagna .
«Il problema è antico, la soluzione è nuova e molto promettente – comincia con questo incipit il servizio andato in onda sulla Terza Rete e curato del giornalista Francesco Satta – tenere i fondali sufficientemente profondi per consentire il traffico delle imbarcazioni. Un imperativo per la manutenzione dei porti che, nel caso di insabbiamenti, ricorre ai battelli draga. Il Dipartimento di ingegneria industriale dell’Università di Bologna, ha sviluppato un alternativo ed ecologico sistema di pompe sommerse».
«E’ un oggetto che funziona H24 – specifica il prof. Cesare Saccani – non è come la draga che in 10 giorni deve risolvere un problema che si è generato durante un anno e nei due anni precedenti. E che ovviamente dipende dalla frequenza in cui viene fatto il dragaggio. Questo sistema, ripeto, lavora a ciclo continuo senza fermarsi mai. La ricerca tecnologica ci spinge verso elevati gradi di specializzazione – prosegue il coordinatore del gruppo di ricerca – per quanto riguarda la gestione dei fondali nelle aree portuali che rappresenta un problema enorme. Un problema, innanzitutto ambientale, ma anche dal punto di vista dei permessi e di tutto quello che sta dietro ad una operazione di dragaggio estremamente importante. Tutto questo ha sancito la difficoltà di utilizzare la draga come elemento di gestione dei fondali. E’ stata emanata, inoltre, nel 2016 una legge che dà un indirizzo fondamentale su come devono essere svolti questi dragaggi. Il mio gruppo di ricerca del Din – conclude il docente –ha sviluppato questi sistemi e realizzato un progetto europeo ‘Life’, che si è dimostrato capace di gestire questi fondali in maniera assolutamente compatibile con l’ambiente e l’energia che serve per produrla. E in generale con l’ecosistema che sta intorno. In particolare in aree straordinariamente sensibili come quelle dei porti nelle località turistiche».
Il progetto è stato presentato ufficialmente dal team di ricerca Din lo scorso anno durante la fiera Ecomondo, assieme al dott. Roberto Montanari, dirigente e coordinatore della Regione Emilia-Romagna per le attività nel settore della difesa della costa. L’ente pubblico, infatti, è da sempre partner dei progetti di ricerca dell’Università di Bologna. «Il costo di un normale dragaggio annuale – ha dichiarato invece Gianfranco Malaisi, Ad del porto di Marina di Cattolica – coprirebbe la spesa di un impianto che potrebbe funzionare per tutto l’anno. Con il vantaggio mi mantenere sempre libero, fruibile e pulito il sedime portuale».
«E’ un progetto per noi fondamentale – ha dichiarato Irene Priolo, vicepresidente e assessore alla Transizione ecologica e contrasto al cambiamento climatico, ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile della Regione Emilia-Romagna – anche perché questa analisi ci consente di evitare quei fenomeni di dragaggio che noi mettiamo in campo durante il periodo della balneazione. Per cui è una cooperazione con l’Università di Bologna che abbiamo messo in campo per dare una risposta ai Comuni che in questo modo hanno e avranno l’opportunità di avere del materiale solido, ma che non sia sottoposto a tutti i problemi di caratterizzazione. La collaborazione con il Dipartimento di ingegneria industriale dell’Alma Mater, inoltre, è strategica per capire come le maree o comunque le correnti possono modificare la nostra costa. Diciamo che la conoscenza e dunque la scienza diventano un patrimonio per poter dare delle risposte puntuali ai problemi dell’ambiente».
Questa tecnologia è ora a disposizione di tutti quei porti che intendono diminuire l’impatto ambientale, evitando i costosi dragaggi che bloccano le attività lungo il sedime e lo specchio d’acqua dell’infrastruttura.