Il duo Labèque torna all’Auditorium Manzoni ospite della rassegna Musica Insieme
di Giovanni Neri.
Le sorelle Labèque si sono esibite lo scorso 28 marzo al Teatro Manzoni di Bologna ospiti di Musica Insieme.
Dopo la dipartita dei fratelli Kontarsky il duo pianistico di gran lunga più famoso (e a ragione) è quello dello sorelle Katia e e Marielle Labèque. (Può essere interessante considerare come il legame genetico giochi un ruolo non secondario nella formazione di un duo pianistico. Un altro esempio di sodalizio musicale composto da consanguinei è quello delle sorelle turche Güher e Süher Pekinel).
Più esuberante e tecnicamente più dotata la seconda, più introspettiva la seconda, ma entrambe di altissimo livello musicale. Nel concerto per Musica Insieme Bologna hanno affrontato come primo brano la celebra fantasia schubertiana, una sorta di sonata senza separazione fra i vari tempi. Esecuzione impeccabile se si eccettua la fuga finale che eseguita con un tempo molto allargato ha perso un po’ del suo valore. Nella seconda parte è stata eseguita la trascrizione per due pianoforti del brano dell’attualmente ottantacinquenne Philip Glass Les Enfants Terribles inizialmente previsto per 4 voci e tre pianoforti da un romanzo di Jean Cocteau.
Philip Glass appartiene alla corrente musicale “minimalista” nella quale uno stesso stilema, normalmente composto da poche note, viene rieseguito – quasi sempre con intensità di suono variato – fino ad ottenere un effetto mesmerizzante sull’ascoltatore. La valutazione di questa corrente musicale è variegata: personalmente la trovo fondamentalmente noiosa, ma proprio per la sua semplicità trova molti adepti. L’esecuzione del duo Labèque è stata di eccellente qualità estraendo dal brano tutte le sfumature possibili, con grande successo di pubblico. Due bis: un brano ancora di Philip Glass (compositore cui le Labèque sono molto affezionate) e un brano jazzistico finale in grado di suscitare l’entusiasmo di un pubblico di bocca buona.
PS Volevamo rendere grazie a Dio per l’assenza (finalmente ) del pistolotto iniziale. Niente da fare: al posto del pistolotto una ‘intervista’ di una tale banalità (ad esempio il rapporto fra la musica e la guerra – però, mica male!) da suscitare l’evidente imbarazzo delle due brave pianiste.