Il Mambo si veste di nuovo grazie a un fondo dedicato all’arte contemporanea
di Lara De Lena.
Il 4 febbraio scorso l’Istituzione Bologna Musei ha presentato al pubblico due interventi realizzati al Mambo grazie al sostegno del Trust per l’Arte Contemporanea, primo fondo realizzato in Italia e dedicato alla produzione e valorizzazione delle tendenze artistiche attuali.
Le novità del Mambo – che è possibile visitare da subito – riguardano una nuova sezione, quattro opere fotografiche di Lisetta Carmi, una scultura di Luca Francesconi e un video di Valentina Furian. Opere e progetti dalla genesi molto diversa che però convergono al Mambo con il medesimo obiettivo: rendere note le esperienze storico-artistiche del territorio per contribuire alla conoscenza e contestualizzazione dei fenomeni del contemporaneo.
Come ha osservato il sindaco Matteo Lepore durante la conferenza stampa, la nuova sezione, dal titolo Rilevamenti d’archivio. Le Settimane Internazionali della Performance e gli anni ’60 e ’70 a Bologna e in Emilia Romagna, curata da Uliana Zanetti e frutto di lunghe e complesse ricerche e ricostruzioni, «mette a disposizione di pubblico, studiosi e studiose, materiali documentari di una esperienza unica che pose la Galleria d’Arte Moderna di Bologna all’attenzione di tutto il mondo dell’arte». Si tratta della prima tappa di un programma di riallestimento delle collezioni del Mambo che si sviluppa come una sorta di regesto illustrato volto a contestualizzare le Settimane Internazionali della Performance che si tennero a Bologna tra il 1977 e il 1982. Le immagini e i filmati coprono un arco temporale che va dal 1967 al 1982 e si dipanano attraverso 18 capitoli, ciascuno dedicato a un episodio significativo dell’evoluzione della performance in Emilia-Romagna. Pur rispettando una sequenza cronologica, la rassegna – intesa come una piattaforma aperta a ulteriori approfondimenti e aggiunte – consente al visitatore di cogliere, scorrendo tra i moduli, i molti rimandi possibili tra le varie vicende presentate.
L’allestimento, elaborato dallo Studio Pierluigi Molteni Architetti in collaborazione con D+ Studio, è concepito come un dispositivo estetico-tecnologico-funzionale flessibile ed estensibile, in grado di accogliere un racconto complesso che non ha alcuna pretesa di considerarsi compiuto, ma ammette senza indugi di essere un work-in-progress. In uno spazio contiguo alla nuova sezione, trasformato in sala video, è infine possibile vedere filmati di sette performance della prima Settimana, come ad esempio la celeberrima Imponderabilia di Marina Abramović e Ulay, a cui si aggiungono due documentari sulla Bologna degli anni ‘70.
Per quanto riguarda invece le nuove acquisizioni, è possibile ammirarle nello spazio attiguo alla nuova sezione d’archivio.

Le opere fotografiche di Lisetta Carmi appartengono al nucleo realizzato tra il 1965 e il 1972, durante il periodo di frequentazione della comunità di travestiti nell’ex ghetto ebraico di Genova, riprodotte nel volume I travestiti, pubblicato nel 1972 e destinato a diventare un documento fondamentale nella storia della fotografia italiana. Dopo anni di oblio, solo recentemente l’eccezionale lavoro di attenta indagine e osservazione delle marginalità sociali compiuto dalla fotografa genovese è stato rivalutato e valorizzato, come testimoniato dalle molteplici iniziative espositive organizzate in anni recenti da diversi musei italiani.
E se Carmi è un meraviglioso nuovo arrivo, Luca Francesconi e Valentina Furian sono invece dei ritorni poiché prima di entrare nella collezione permanente hanno preso parte con successo a recenti collettive qui allestite: Francesconi ha partecipato a AGAINandAGAINandA-GAINand del 2020 e Furian a That’s IT! Sull’ultima generazione di artisti in Italia e a un metro e ottanta dal confine, del 2018, entrambe a cura di Lorenzo Balbi, attuale direttore artistico del Mambo.

Foto copertina: veduta di allestimento presso Mambo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, 2022, Foto Ornella De Carlo, courtesy Istituzione Bologna Musei.