Il Museo del Novecento celebra Aldo Rossi

A Milano, nella prestigiosa cornice del Museo del Novecento, la mostra ‘Aldo Rossi. Design 1960-1997‘, a cura di Chiara Spangaro, espone per la prima volta oltre 350 pezzi del celebre architetto, vincitore – tra i tanti – del Pritzker Prize per l’Architettura nel 1990 e del Premio speciale Cultura della Presidenza del Consiglio dei ministri e a cui è stata dedicata la Facoltà di Architettura a Cesena, nata nel 1999 con Gianni Braghieri, già collaboratore di Aldo Rossi, come preside.

Il rapporto del celebre e mai dimenticato architetto milanese con l’Emilia Romagna è sempre stato molto forte e non si limita al nostro Ateneo. Non dimentichiamo che è lui ad aver realizzato negli anni Settanta – con lo stesso Braghieri – la parte nuova del cimitero monumentale di San Cataldo a Modena, una sorta di città silente, tanto neoclassica quanto surreale e dechirichiana, tuttora tra i capolavori dell’architettura contemporanea.

Aldo Rossi, caffettiera espresso La conica, 1984, Alessi © Eredi Aldo Rossi, courtesy Fondazione Aldo Rossi

Suoi anche i primi studi e progetti per la ristrutturazione e riqualificazione urbana avviata nel 1996 e conclusa nel 2003 della Manifattura delle Arti a Bologna, un’area con un passato complesso e sfortunato. Fino all’Ottocento zona portuale e industriale, tra il 1889 e il 1937 rimaneggiata da piani regolatori e infine bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale, ha vissuto una lunga stagione di degrado ma grazie al progetto di Aldo Rossi (tra i suoi ultimi lavori se si pensa che la sua morte avvenne nel 1997 a causa di un incidente stradale) la Manifattura delle Arti è ora il polo culturale della nostra città, dove trovano dimora la struttura espositiva della Salara, oggi sede polivalente del circolo Arcigay Il Cassero, la Cineteca comunale, il Cinema Lumière, i Laboratori di Musica e Spettacolo, parte del Dipartimento di Scienze della Comunicazione e il Mambo. 

La mostra ‘Aldo Rossi. Design 1960-1997’ consente di conoscere, oltre alla sua celeberrima carriera di teorico e architetto, anche quella non meno longeva e importante di designer. La curatrice, Chiara Spangaro, che è anche la curatrice della Fondazione Aldo Rossi, ha recentemente dichiarato in un’intervista che «l’innesto tra architettura e design è proprio stato il punto di partenza della mostra. […] La produzione del mondo dell’architettura e la produzione del mondo del design – continua Spangaro – hanno la stessa origine cioè quella di portare all’interno di un universo comprensibile e leggibile, la tradizione e insieme l’innovazione, la possibilità di avanzare dal punto di vista dei materiali, del colore e di tutta una serie di elementi diversi».

Veduta da allestimento, 2022 © Francesco Carlini

Il percorso espositivo che si snoda in nove sale presenta i primi mobili realizzati nel 1960 con l’architetto Leonardo Ferrari accanto a testimonianze della sua produzione industriale e di alto artigianato a cui Rossi si apre alla fine degli anni Settanta progettando arredi e prodotti d’uso per Alessi, Artemide, Molteni&C, Richard-Ginori, Rosenthal e moltissimi altri. 

Lo straordinario insieme delle opere in mostra è per la prima volta riunito grazie al dialogo e alla collaborazione con musei e archivi aziendali (Museo Alessi, Molteni Museum, archivi di Bruno Longoni Atelier d’arredamento e di Up Group), collezioni museali italiane e internazionali (Bonnefanten Museum di Maastricht, Centre Georges Pompidou di Parigi, Fondazione Museo Archivio Richard-Ginori della Manifattura di Doccia a Firenze, Maxxi di Roma, Università Iuav di Venezia e Triennale di Milano) e diverse collezioni private.

Un ricco programma di eventi, talk, proiezioni di film e documentari per approfondire la figura dell’architetto designer, accompagna la mostra. 

Fino al 2 ottobre 2022

www.museodelnovecento.org 

Foto copertina Ritaglio locandina della mostra (immagine di Aldo Rossi, 1987 © Giuseppe Giovanni Pino)

 

 

Locandina della mostra (immagine di Aldo Rossi, 1987 © Giuseppe Giovanni Pino)

Lara De Lena

Lara De Lena

Laureata in Lettere moderne, si specializza nel 2017 in Beni storico artistici con una tesi in arte contemporanea. Dallo stesso anno collabora con il CUBo, di cui è nel direttivo dal 2021. Ha collaborato con la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il MAMbo e ha partecipato al progetto internazionale ADM - Art Market Dictionary. È impegnata nella realizzazione dell’Archivio digitale Roberto Daolio.

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