In scena al Comunale di Bologna la prima dell’Andrea Chénier
di Giovanni Neri.
Lo scorso venerdì 14 ottobre c’è stata al Teatro Comunale di Bologna l’attesissima prima di Andrea Chénier, dramma storico in quattro quadri di Luigi Illica.
In attesa della prossima stagione del teatro comunale di Bologna (annunciata quasi sotto silenzio e che ha cancellato l’attesissima opera che doveva aprire la stagione 2023 ovvero il Rosenkavalier di Strauss che ringrazia di avere sfangato lo scempio di Michieletto) bisogna accontentarsi degli ultimi scampoli della presente stagione. Un’opera di repertorio del periodo verista che racconta in modo ovviamente romanzato la tragedia del poeta vittima degli ultimi giorni del terrore (fu giustiziato due giorni prima della morte di Robespierre) in cui si poteva essere ghigliottinati per un puro sospetto senza prove e senza appello, accusato di nascondere delle carte dell’ambasciatore di Spagna e di essere il responsabile di un libello contro alcuni abitanti della comune di Breteuil (in realtà redatto da suo fratello). Naturalmente l’opera si discosta dalla vicenda storica e si incentra sull’amore e il sacrificio di Maddalena di Coigny che diventa in realtà la protagonista del dramma. Un allestimento (finalmente!) classico, con comparse, scene, cori etc. insomma quello di cui molte volte la regia moderna ci ha privato (anche per ovvi motivi di budget) e che oggettivamente è stato di qualità. Con un regia che ha saputo sottolineare gli aspetti salienti del dramma con l’unica “scivolata” (a parer mio) di una ghigliottina alla fine dell’ultimo atto che non ha aggiunto nulla alla natura dell’opera. Ovviamente cercare logica nell’opera italiana è come cercare un ago nel pagliaio e Andrea Chénier non fa eccezione. Come scoppi la passione fra Maddalena e Andrea nel giro di poche battute è ovviamente lasciato all’immaginazione dello spettatore. Così come l’improvvisa redenzione di Gérard (una sorta di novello Scarpia) che evita però l’accoltellamento di Tosca. Ma l’intero impianto sta in piedi come peraltro sottolineato dagli applausi del pubblico, rovinati solo da una “clacque” tanto partigiana e stupida quanto fastidiosa. Avere alcuni sciamannati che ti urlano nel collo (quando non tirano calci allo schienale della poltrona) è difficilmente sopportabile e un teatro serio, se proprio non può fare a meno della clacque, dovrebbe confinarla nel loggione (come avviene nella maggioranza dei teatri di qualità).Quanto alle voci un prova superba di Gregory Kunde, un tenore che ha pochi eguali al mondo nei ruoli drammatici e il cui unico difetto è che dopo una emissione a pieno petto non scandisce il seguito se di minore intensità. Ma come si dice “nessuno è perfetto” e qui siamo vicini alla perfezione. Così come assolutamente eccezionale è stata la prova di Carlo Fontali nella parte di Carlo Gérard, un baritono che ha saputo estrarre dal personaggio tutte le contraddizioni con una vocalità di primissimo ordine. Quanto a Erika Grimaldi come Maddalena di Coigny, anche se applaudita al di là della oggettività della prova, non ha saputo dare tutto il necessario risalto alla drammaticità del ruolo mancando – ad esempio -della necessaria tragicità e nella famosa “La mamma morta”. Sia chiaro: stiamo parlando di una soprano dotata di eccezionali mezzi vocali, forse non particolarmente versata nell’arte scenica (probabilmente anche per colpa del regista) per una certa staticità accoppiata con una prestazione vocale da 10-. Insomma non certo un successo a 5 stelle. Bravi tutti gli altri interpreti senza particolari eccellenze o carenze. Seppure nell’intervallo alcuni “melomani” hanno storto un po’ il naso per la direzione di Oksana Lyniv (senza darne però giustificazione) ho personalmente molto apprezzato le sue scelte musicali che hanno portato l’orchestra del comunale a livelli di eccellenza. Il lavoro svolto dalla Lyniv con l’orchestra sta dando i suoi frutti e si può solo sperare che lo sciagurato trasferimento in una sala inadeguata non frustri i risultati ottenuti.
Articolo dal blog Kurvenal dell’autore Giovanni Neri
E-mail: giovanni.neri@unibo.it
Foto di copertina: Maddalena di Coigny interpreta Erika Grimaldi) e Gregory Kunde il protagonista Andrea Chenier. credits @Andrea-Ranzi
Un grazie particolare alle colleghe dell’ufficio stampa Skill&Music Carla Monni e Irene Sala – Fondazione Teatro Comunale di Bologna – per le foto e il comunicato stampa.