Isadora Bombonati:«Rompete gli schemi e non abbiate paura di vivere il cambiamento»

«Il consiglio che mi sentirei di dare è quello di rompere gli schemi, e di non aver paura di vivere il cambiamento cogliendo ogni occasione per imparare e condividere ciò che si è appreso, senza indulgere nella comodità delle ‘solite cose’, del ‘così fan tutti’ e del ‘si è sempre fatto così’…». 

Si presenta così la dott.ssa Isadora Bombonati che da anni sta fornendo consulenza e soluzioni giuridiche in tema di big data, cloud computing, privacy, dematerializzazione di contratti bancari, assicurativi, finanziari e di credito, firma digitale, firma elettronica avanzata, canali social, vendita online “end to end”, insomma chi ne ha più ne metta. Diventando un riferimento in Italia per tutte quelle delicatissime tematiche che toccano un mondo finanziario e un’utenza sempre più digitech.

Dott.ssa Bombonati, prima di ricoprire il suo attuale ruolo, lei ha intrapreso un prestigioso percorso universitario, ci racconta le tappe?

«Mi sono laureata in giurisprudenza all’Alma Mater Studiorum nel 1998, con una tesi sperimentale in informatica giuridica, successivamente nel 2002 ho conseguito sempre a Bologna il PhD in informatica giuridica e diritto dell’informatica. A partire dal terzo anno del corso di laurea, dopo aver sostenuto l’esame di informatica giuridica, per tutta la durata del dottorato e fino al novembre del 2003 ho fatto parte del Centro Interdipartimentale di Ricerca in Storia del diritto, Filosofia e Sociologia del Diritto e Informatica giuridica dell’Università di Bologna (Cirsfid), nell’ambito del quale mi occupavo fra l’altro dell’organizzazione dei corsi di alfabetizzazione informatica Aica Ecdl per le facoltà umanistiche dell’Università di Bologna, nonché della gestione dei laboratori della Facoltà di giurisprudenza e dei servizi di assistenza informatica agli studenti.

All’epoca, i primi anni ’90, il diritto dell’informatica non era ancora riconosciuto come disciplina autonoma, il web era un “neonato” e l’accesso all’informazione giuridica avveniva con modalità del tutto diverse, tramite banche dati online o memorizzate su cd-rom con interfacce a caratteri poco “amichevoli”, la conoscenza del computer e dei suoi applicativi era poco diffusa per cui presso i laboratori di informatica della Facoltà di giurisprudenza gestiti da Cirsfid veniva fornita assistenza per le ricerche sulle banche dati specializzate e in merito ai principali applicativi software. Durante tale periodo ho approfondito le mie conoscenze informatiche, gli studi nel campo del diritto dell’informatica, delle tecniche di formalizzazione del linguaggio giuridico, dell’organizzazione e rappresentazione dell’informazione giuridica in internet e di teoria delle basi di dati, partecipando a progetti dei Fondi Strutturali Europei e ricoprendo incarichi di professore a contratto presso l’Università degli Studi di Brescia, Ferrara e Palermo».

Quanto la sua esperienza universitaria ha contribuito al suo successo nel mondo del lavoro?

«È stata fondamentale. Nel 2003 quando sono stata assunta in UniCredit agli inizi della mia carriera in banca, ho utilizzato le competenze organizzative, di office automation e project management che avevo sviluppato gestendo i laboratori di informatica della Facoltà di giurisprudenza e partecipando ai progetti di ricerca. Successivamente quando sono entrata a far parte della direzione legale di UniCredit e ho utilizzato le mie competenze giuridiche e la mia specializzazione in diritto dell’informatica. Il Cirsfid e gli studi del dottorato mi hanno poi consentito di entrare in contatto con competenze nel campo dell’ingegneria, dell’informatica, della matematica, della filosofia, della sociologia e della psicologia cognitiva. Ciò mi ha consentito di uscire dagli schemi propriamente giuridici, sviluppando un linguaggio interdisciplinare che si è rivelato fondamentale per dialogare con le diverse “anime” che compongono la macchina operativa della banca, in modo da comprendere e fare mie, in uno scenario di trasformazione digitale, le esigenze commerciali, di marketing, di comunicazione, ict e organizzative armonizzandole con il complesso e tradizionale sistema normativo e regolamentare che disciplina il mondo bancario».

Da anni sta seguendo progetti strategici e innovativi per il mondo bancario, quali i più significativi?

«Ho avuto la fortuna di lavorare in UniCredit, in Ubi Banca ed infine ora in Banca Ifis, ciò mi ha dato la grande opportunità di conoscere realtà bancarie molto diverse e occuparmi degli aspetti legali di tanti progetti innovativi e strategici in cui ogni volta ho cercato, nel mio piccolo, di trovare la soluzione in grado di conciliare i diversi aspetti in gioco e le esigenze legali.

Penso al “go live” di siti pubblici e a tutte le tematiche legali connesse alla comunicazione digitale; ai processi di vendita a distanza di servizi e prodotti bancari, finanziari, assicurativi, di cui ho seguito l’evoluzione dalla conclusione del contratto per semplice scambio di corrispondenza cartaceo a quella online completamente “end to end”; ai processi di integrazione fra i tradizionali canali di vendita e quelli digitali; ai processi di firma basati sui dati grafometrici e all’approvazione da parte del Garante Privacy del modello tecnico giuridico ipotizzato per il trattamento del dato biometrico; alla nascita di nuovi prodotti e servizi che si sviluppa dall’idea iniziale, passando per la contrattualizzazione dei fornitori, la definizione delle specifiche tecnico giuridiche, la redazione dei contratti per la clientela ed infine la valutazione legale della comunicazione commerciale; ai grandi progetti di integrazione bancaria fra UniCredit e Capitalia, Ubi Banca e le “Good Banks” e da ultimo l’acquisizione di Ubi Banca da parte di Intesa San Paolo e relativa cessione di parte delle filiali a Bper Banca. Dal 2022 in Banca Ifis, sto coordinando le attività legali in ambito digitalizzazione, partnership strategiche, efficienza e sostenibilità che costituiscono i driver di crescita della banca per il prossimo triennio».

Anche suo figlio studia all’università, a lui come ad altri, consiglierebbe il suo stesso percorso di vita o ha altri suggerimenti?

«Ho improntato il mio percorso di vita sull’indipendenza, l’autonomia di pensiero e la ricerca, cercando sempre di comprendere e “fare mie” le esigenze degli altri, lavorando in squadra per trovare la soluzione più adatta. Il consiglio che mi sentirei di dare è quello di rompere gli schemi e di non aver paura di vivere il cambiamento cogliendo ogni occasione per imparare e condividere ciò che si è appreso, senza indulgere nella comodità delle ‘solite cose’, del ‘così fan tutti’ e del ‘si è sempre fatto così’».

Qual è stato il momento più difficile e quale il più bello nella sua lunga carriera professionale

«I momenti difficili passano e insegnano. Il momento più bello è senza dubbio quello che sto vivendo da quando sono entrata a far parte di Banca Ifis diventando una “Ifis People” a tutti gli effetti. Amo lo spirito di squadra che accomuna tutti a prescindere dalla famiglia professionale di appartenenza, la condivisione del valore della sostenibilità e dell’importanza della cultura e della ricerca ed in particolare mi piace lavorare in una direzione legale sempre disponibile a ricercare la soluzione in grado di armonizzare le esigenze di business e quelle di tutela della banca. Questa secondo me è la vera essenza di un legale di impresa».

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