La Fondazione Dino Zoli di Forlì ospita la mostra ‘Se ci fosse luce sarebbe bellissimo’

È ripresa dall’ultima, struggente, lettera di Aldo Moro, scritta alla moglie poche ore prima di essere assassinato, la frase che dà il titolo alla mostra personale di Elena Bellantoni, ‘Se ci fosse luce sarebbe bellissimo’, in corso fino al 4 giugno alla Fondazione ‘Dino Zoli’ di Forlì. Curata da Nadia Stefanel, l’esposizione racconta il progetto di ricerca sviluppato dall’artista romana all’interno dell’azienda ‘Dino Zoli Textile’, con il coinvolgimento dei dipendenti, la frequentazione degli spazi e la valorizzazione di materiali e risorse aziendali.

Nata nel 1972 da un’intuizione di Dino Zoli, l’impresa produce e commercializza tessuti per l’arredamento, esportandoli in più di 60 paesi nel mondo. Da tempo realizza anche collezioni ecosostenibili con materiali riciclati. 

Temi centrali della mostra sono il corpo, che si esprime nella relazione con gli altri e con gli spazi deputati al lavoro, e la luce, intesa come elemento salvifico, simbolo di apertura e speranza, portatrice di gioia e abbracci dopo i lunghi anni pandemici, contrassegnati da buio, distanziamento forzato e solitudine. Proprio la luce apre e chiude idealmente il percorso di mostra con due scritte al neon: prima il blu di ‘Se ci fosse luce sarebbe bellissimo’, poi il rosso di ‘C’era una voglia di ballare che faceva luce’, famoso verso di Francesco Guccini che sintetizza le aspettative del secondo dopoguerra e la speranza in un futuro migliore.

La stanza principale della Fondazione Dino Zoli è occupata dall’installazione di quattordici abiti-scultura, pensati e realizzati con i tessuti di Dino Zoli Textile. Declinati nel lino rosa per alludere al corpo e nel velluto grigio-azzurro per richiamare le tute da lavoro, gli abiti presentano una forma a trapezio, capace di accogliere sia il corpo maschile sia quello femminile e dare alla figura un aspetto onirico. Fulcro della mostra è l’omonimo video, realizzato lo scorso gennaio e caratterizzato da una mescolanza inedita tra gesti tipici del lavoro quotidiano e performance collettive. Il ‘corpo nuovo’, dichiara la curatrice Nadia Stefanel, è «rappresentato nella sua essenza da quell’abbraccio collettivo dei quattordici dipendenti, vestiti con gli abiti-scultura, che compare nell’ultimo frame del video».

«Sul luogo di lavoro – spiega Monica Zoli, socia del gruppo Dino Zoli – si trascorre una parte importante della propria giornata e della propria vita. L’incontro con l’arte favorisce la creatività e il benessere personale, contribuendo a migliorare la qualità del tempo trascorso lavorando. Questo progetto, in particolare, ha toccato un punto nevralgico, quello delle relazioni interpersonali, portandole a un livello emotivo più intimo, ma sempre nel rispetto delle individualità di ciascuno. È stata sicuramente un’esperienza impegnativa e coinvolgente, diversa dalle precedenti. Mi sento di consigliare anche ai colleghi il ‘contagio’ con l’arte: un risultato certo è l’apertura di visione, a beneficio di tutti». 

Elena Bellantoni ha vinto il ‘Premio speciale Fondazione Dino Zoli e Dino Zoli Textile’ in occasione dell’edizione 2020 di Arteam cup, concorso artistico nazionale promosso dall’associazione culturale Arteam di Albissola Marina (Sv), di cui il gruppo Dino Zoli è partner consolidato. La mostra di Elena Bellantoni è promossa da Dino Zoli Textile e Fondazione Dino Zoli, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna e del Comune di Forlì, la collaborazione dell’associazione culturale Arteam e dell’Istituto tecnico Alberti Saffi di Forlì e la sponsorizzazione tecnica di DZ Engineering. Nel 2018 la Fondazione Dino Zoli ha lanciato il programma ‘Who’s next?’ per sostenere e promuovere la ricerca artistica e la creatività delle giovani generazioni. Attraverso la Fondazione, il gruppo Dino Zoli realizza iniziative finalizzate a valorizzare il rapporto fra arte e impresa e propone numerosi eventi per avvicinare il pubblico all’arte contemporanea. 

Sotto e in copertina alcune immagini delle installazioni della mostra.

Lascia un commento