La nave Laura Bassi torna a casa con un tesoro di ghiaccio
Dopo aver toccato il punto più a sud mai raggiunto da una nave in Antartide, la rompighiaccio italiana sta rientrando con campioni di ghiaccio che verranno analizzati per studiare i cambiamenti climatici.
Dopo aver passato Capo Horn, lì dove si scontrano le correnti pacifiche con quelle atlantiche, la nave rompighiaccio italiana Laura Bassi sta navigando verso l’Europa e approderà al porto di Ravenna intorno al 17 aprile. Nel corso della 38° campagna in Antartide finanziata dal Mur (Ministero Università e Ricerca) nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), coordinato dal Cnr per le attività scientifiche e dall’Enea per l’attuazione logistica delle Spedizioni, la nave ‘Laura Bassi’ ha toccato il punto più a sud mai raggiunto da una nave, nel Mare di Ross in Antartide, nella Baia delle Balene, per effettuare importanti campionamenti.
La rompighiaccio italiana, acquistata nel 2019 dall’istituto nazionale di Oceanografia e di Geofisica sperimentale (Ogs) per essere utilizzata come nave da ricerca e da supporto logistico in Antartide, è stata ribattezzata Laura Bassi in onore della prima scienziata al mondo a ottenere una cattedra universitaria, proprio presso l’Università di Bologna.
Il suo viaggio è iniziato lo scorso 17 novembre quando ha lasciato Trieste per raggiungere il porto di Ravenna e da qui, dopo aver caricato personale e materiali, ha intrapreso una navigazione di circa 40 giorni verso la Nuova Zelanda, per poi ripartire i primi di gennaio per la stazione Mario Zucchelli in Antartide. A bordo della nave ci sono circa 50 membri dell’equipaggio, di cui circa 35 fanno parte dei gruppi di ricerca.
«La campagna è stata divisa in due parti nel Mare di Ross – spiega Leonardo Langone, dirigente di ricerca dell’istituto di Scienze Polari (Isp) di Bologna – nel corso delle quali i gruppi di ricerca si sono intervallati. Le attività di ricerca riguardano principalmente: variazioni climatiche, morfologie dei fondali e ricerche di tipo geologico non strettamente legate allo studio di cambiamenti climatici».

Trai i principali obiettivi della Laura Bassi c’è «la ricerca scientifica – afferma Franco Coren, direttore infrastrutture navali dell’Ogs-, portare materiale alla base antartica, la stazione Mario Zucchelli, per essere rifornita ogni anno e trasportare in Europa delle carote di ghiaccio dove sono registrate all’interno delle bollicine di aria che verranno analizzate per avere informazioni su com’era il clima in passato. L’obiettivo è arrivare a un milione e mezzo di anni fa. Quest’anno sono stati caricati 480 metri di carote di ghiaccio conservate sulla nave con la catena del freddo, che verranno analizzate in Svizzera».
«Gli studi sui cambiamenti climatici sono molteplici – spiega Langone- noi andiamo a monitorare i cambiamenti delle masse d’acqua (salinità, temperatura, livello di ossigeno). Se l’oceano si sposta per via delle correnti, si forma dell’acqua densa (e questo succede solo ai Poli), l’acqua si raffredda e sprofonda, portando con sé la Co2 che si è presa dall’atmosfera. Studiare i cambiamenti di queste zone è molto importante perché hanno la funzione di mitigare il livello di Co2 nell’atmosfera. Se si interrompesse questo circuito potrebbe peggiorare la qualità della vita e cambiare la catena trofica che vive sul fondo marino».
Oltre ai gruppi di ricerca che lavorano sulle carote di ghiaccio, ci sono anche «i gruppi che lavorano sui sedimenti – continua Langone – si tratta di un metodo alternativo alle carote di ghiaccio, che hanno il vantaggio di misurare il livello di Co2 atmosferica nelle bolle di aria. Il sedimento invece riesce ad andare molto più indietro nel tempo. Le nostre costruzioni climatiche provengono da studi di sedimento, quello delle carote di ghiaccio ha permesso la ricostruzione di 800 anni. Ogni anno le perforazioni vanno avanti: l’obiettivo è arrivare a tremila metri di profondità per avere informazioni su livelli di Co2, di metano, delle polveri che possano indicare la produzione di ghiacciai marini. Tutte le carote (sia di sedimento che di ghiaccio) vengono sezionate in subcampioni: quelle di ghiaccio vengono analizzate in Svizzera mentre quelle di sedimento neri vari laboratori italiani, anche a Bologna».

E conclude: «in Antartide c’è un’altissima velocità di sedimento. Negli ultimi 700 anni si è verificato un piccolo raffreddamento in quella porzione del Mare di Ross. Quello che sorprende di più è che in Antartico, rispetto all’Artico, non abbiamo trovato questa inversione di tendenza che si è verificato a livello globale negli ultimi 100 anni ad opera dell’uomo». Langone, che ha già fatto 30 missioni al Polo, è stato sulla rompighiaccio italiana a febbraio di quest’anno: «era la prima volta con la Laura Bassi, Abbiamo beccato una tempesta molto violenta, appena fuori dal Mare di Ross. Ci siamo riparati in una baia che ci proteggeva dal mare, ma non dal vento che soffiava a 200 kmh. Abbiamo visto l’aurora australe ed è stato uno spettacolo molto variopinto. E’ un’area dove non ci sono tante terre emerse. E’ una parte di oceano praticamente sconosciuta».
Infatti, in quel punto ai confini del mondo ci sono navi di altri paesi «ma non tutte sono rimpighiaccio – afferma Coren- con caratteristiche tecniche simili alla Laura Bassi».
