L’arte illusoria della ceroplastica
Per la prima volta a Bologna è stata allestita al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini una sorprendente mostra che espone il virtuosismo mimetico dell’arte della ceroplastica: Verità e illusione. Figure in cera del Settecento bolognese, idealmente dedicata alla memoria di Andrea Emiliani, scomparso tre anni fa.
Emiliani, come è noto, è stato allievo di Roberto Longhi e Francesco Arcangeli, tra i primi a insegnare fin dagli esordi al Dams di Bologna. L’omaggio delle curatrici e dei curatori – tra le altre cose affezionati studenti della nostra amatissima professoressa “anima” del CUBo Vera Fortunati – è dovuto al grande merito di Emiliani di essersi occupato di questo genere così a lungo trascurato perché reo di essere, usando le parole di Freedberg, «un’arte più ‘meccanica’, perciò meno artistica» e di ricondurlo al clima della gloriosa civiltà figurativa del Settecento bolognese. Il catalogo della mostra apre proprio con il suo pioneristico saggio sul genere: apparso per la prima volta in “Arte Figurativa antica e moderna” nel 1960, cinque anni dopo verrà ripubblicato in “Mostra della scultura bolognese del Settecento”. Si tratta di un importante filone di ricerca portato avanti con altri insigni studiosi come Eugenio Riccòmini e Stefano Tumidei che riconosce la nostra città come luogo di elezione per la produzione plastica in cera, merito già rilevato dal grande storico dell’arte austriaco Julius von Schlosser che nel suo celebre Storia del ritratto in cera pubblicato nel 1911, ne sottolineava il contesto di «fruttuoso campo di azione nella scultura popolare religiosa».

E questo lungo e importante filo di ricerca arriva al complesso e minuzioso lavoro sulle fonti che ha permesso a Massimo Medica, Mark Gregory D’Apuzzo, Ilaria Bianchi e Irene Graziani di offrire un panorama organico dell’officina ceroplastica a Bologna riunendo per la prima diverse figure in cera e due terrecotte, in alcuni casi appartenenti a collezioni private e dunque raramente visibili.
Al Museo Civico d’Arte Industriale e Galleria Davia Bargellini troviamo, tra gli altri, il Ritratto del conte senatore Paolo Patrizio Zambeccari (1670-1756) di Nicola Toselli, esposto unicamente nella Mostra del Settecento Bolognese curata da Guido Zucchini nel 1935 a Palazzo d’Accursio, e tre manufatti inediti visibili per la prima volta: la testa di Cristo in cera policroma, attualmente conservata presso il Museo provinciale dei Cappuccini di Bologna e i due busti di San Carlo Borromeo e San Filippo Neri riferibili a Luigi Dardani, provenienti dal coretto della chiesa di Santa Maria di Galliera. Al Museo di Palazzo Poggi invece troviamo la “Camera della Notomia” dell’Istituto delle Scienze con la serie di otto statue in cera – di cui due nudi raffiguranti Adamo ed Eva, quattro Spellati e due scheletri – progettate ed eseguite tra il 1742 e il 1751 dal pittore, scultore e architetto Ercole Lelli su commissione del Cardinale Prospero Lorenzo Lambertini, asceso al soglio pontificio nel 1740 con il nome di Benedetto XIV.
L’impegno strettamente connesso al mondo della scienza medica del capostipite della scuola bolognese Ercole Lelli venne in seguito assunto dai celebri coniugi Giovanni Manzolini e Anna Morandi, creatori di decine di preparazioni anatomiche in cera, anch’esse conservate nelle collezioni storiche dell’ateneo bolognese.
(La mostra rimarrà aperta fino al 12 marzo 2023. Immagine di copertina: Ercole Lelli, Sala delle cere anatomiche, Bologna, Museo di Palazzo Poggi/ Sistema Museale di Ateneo, © Alma Mater Studiorum – Università di Bologna)