Le ragazze digitali dell’Emilia-Romagna elaborano nuove idee per un futuro smart

Il caso dell’innovativo progetto ‘Ragazze digitali Emilia-Romagna: laboratori, incontri, progetti, testimonianze, interviste su varie tematiche come il giornalismo, la medicina di precisione, la programmazione, l’intelligenza artificiale, Arduino e tanto altro per avvicinare le ragazze delle scuole superiori al mondo informatico e alla creatività variopinta e affascinante di questa professione. L’informatica non è solo per i nerd e non parla esclusivamente la lingua maschile.

Il ben noto gender Gap nelle discipline tecnico scientifiche è un tema complesso: presenta implicazioni a diversi livelli e ambiti. In altre parole, il meccanismo della segregazione formativa negli ambiti più tecnologici potremmo asserire sia l’esito di un processo lungo, stratificato e cumulativo. Inizia con la costruzione delle identità di genere nella socializzazione primaria e secondaria, ovvero con la distinzione delle cose ritenute per ‘donne’ e le cose pensate per gli ‘uomini’, con l’assunzione quindi di ruoli adeguati al femminile e al maschile; prende forma all’interno della scuola e poi dell’università con la scelta di percorsi che sono coerenti con quelle definizioni ritenute identitarie e quei sistemi di aspettative. E si concretizza infine nel mercato del lavoro attraverso una limitata presenza occupazionale nei settori informatico, tecnico e scientifico. 

L’ingresso delle donne in questi ambiti occupazionali è in realtà un fenomeno sotto osservazione per diverse ragioni: in primo luogo questi settori sono in espansione e quindi domandano continua forza lavoro, anche altamente qualificata, un fenomeno maggiormente evidente nei prossimi anni; inoltre i tassi di occupazione femminile in Italia sono ancora troppo bassi e una soluzione realistica per alzare il livello è quella di investire maggiormente in un più consono orientamento universitario che possa  facilitare il superamento di barriere/gabbie culturali,  e quindi favorire scenari occupazionali migliori per il sistema Paese nel suo complesso.  Alcuni luoghi comuni: ‘l’informatica è solo per i nerd, il lavoro informatico è monotono e chiuso…di certo non aiutano questo percorso, snaturano una professione che sa essere variopinta, che ha tonalità creative e quindi molto affascinante,  in un certo senso,  affine all’estro artistico, più di quanto si pensi.

E allora come invertire la tendenza? Secondo gli esperti un modo per incoraggiare le ragazze e superare il pregiudizio di genere consiste nell’ utilizzare modelli di ruolo appropriati. Le ragazze giovani hanno bisogno di confrontarsi con i profili professionali, con le biografie personali e lavorative di testimoni che le informino e le persuadano a non abbandonare i loro potenziali per le materie tecnico scientifico e a sviluppare le proprie competenze in questa direzione. Hanno bisogno di esempi e di specchiarsi, di fare esperienze sul campo, e di avere dei modelli a cui ispirarsi.  A memoria non pare siano molti i nominativi recenti femminili di grande rilevanza mondiale.  E allora, per evitare che la quarta rivoluzione industriale porti ulteriori discriminazioni nei confronti della forza lavoro femminile è urgente interrogarsi sui fattori e le condizioni da cui possono scaturire le disuguaglianze in modo da poter intervenire con strumenti e politiche adeguate. Gran parte della partita sulla parità delle opportunità, anche se certamente non in maniera esaustiva, si gioca attraverso il titolo di studio. E sappiamo che la componente femminile, nonostante sia in aumento in tutti i percorsi di studio, è ancora minoritaria in quelli scientifici. La sfida è ancora una volta proiettare gli studenti e le studentesse verso una pluralità di ambienti, all’interno dei quali riconcettualizzare differenze, priorità, finalità e acquisire conoscenze e saperi da altri contesti, più informali. 

Una bella esperienza in questo senso è il progetto Ragazze Digitali Emilia-Romagna, estensione del progetto Ragazze Digitali, ideato e lanciato nel 2014 – è costruito insieme alle Università di Modena e Reggio Emilia (dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari), Bologna (dipartimento di Informatica –sede di Cesena), Parma (dipartimento di Ingegneria e Architettura) e Ferrara (dipartimento di Ingegneria), con il supporto di Regione Emilia-Romagna e Art-Er e in condivisione con l’ufficio scolastico regionale. Il tutto si inserisce nell’ambito delle attività di Data Valley Bene Comune, l’Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna 2020-2025 che con Donne e Digitale si propone di fare iniziative per avvicinare l’universo femminile ai percorsi di istruzione e formazione tecnica e scientifica. 

Antonella Carbonaro

“Un’opportunità completamente gratuita – ricorda la prof.ssa Antonella Carbonaro, responsabile scientifica per Unibo – basta registrarsi sul sito https://digitale.regione.emilia-romagna.it/ragazze-digitali che ha l’obiettivo di avvicinare le ragazze all’informatica e alla programmazione e aumentare il livello di competenze informatiche necessarie per prosperare in un mondo digitale, sia nella società che sul posto di lavoro. Secondo il Rapporto 2021 sull’Indice dell’economia e della società digitale, l’Italia si colloca al terzultimo posto fra i 27 paesi membri (peggio di noi fanno solo Romania e Bulgaria, ndr), con un valore di poco superiore ai 30 punti, quando la media europea si attesta su 49 punti e i migliori Paesi (Finlandia e Svezia,ndr) ottengono dai 70 agli 80 punti”.

Il Summer Camp laboratoriale, si svolgerà dal 20 giugno all’8 luglio 2022 nelle sedi universitarie di Bologna, Cesena, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara.  Ogni sede seguirà un proprio programma: Bologna (Programmazione di videogiochi in linguaggio) Python; Cesena – Sviluppo di app con Kodular con elementi di intelligenza artificiale; Ferrara (Arduino, Internet of Things e Intelligenza Artificiale: rendere smart gli oggetti di uso comune); Modena (Programmazione di videogiochi in linguaggio Python); Parma (Programmazione di videogiochi in linguaggio Python); Reggio Emilia (Programmazione robot basati su Arduino e controllati da app); l’edizione online online (Sviluppo di app con Kodular con elementi di intelligenza artificiale).

A Cesena, sede storica del Summer Camp, saranno disponibili 90 posti. Molte ragazze hanno scoperto di voler intraprendere gli studi informatici dopo questa esperienza, che consente di avvicinarsi ad uno studio e poi mestiere che non avevano contemplato come possibile. “C’è un ‘prima’ in cui si va avanti seguendo percorsi già tracciati all’interno di pregiudizi culturali – afferma una studentessa che ha seguito il percorso nelle edizioni precedenti – e c’è un ‘dopo’, in cui si scopre una passione inedita, che aspettava solo di poter venire a galla, per me è stato cosi. Per me il Summer Camp è stata una bellissima esperienza che consiglio davvero”. 

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