Lo sport: valori di una società

L’avviamento alla pratica sportiva significa introdurre una persona in modo concreto alle norme sociali e culturali del mondo al quale apparteniamo. Il delegato dello sport professore Alessandro Bortolotti: “Lo sport è una sorta di rito di iniziazione alle norme sociali”.

Da bambino il prof. Alessandro Bortolotti frequentava i centri Coni nella categoria ‘pulcini’, al Palazzo dello Sport su una pista in terra rossa. Erano i primi anni ’60 del secolo scorso. La sua passione per lo sport viene, quindi, da molto lontano. Mezzo secolo di sport attraversato da diverse fasi: atleta mezzofondista nella squadra Cusb negli anni universitari, vanta un 3’51 nei 1.500 metri, un tempo di alto livello. È diplomato Isef, tecnico e dirigente sportivo negli anni della maturità professionale, dottorato in pedagogia. Da novembre 2021 è stato nominato, dal Rettore Giovanni Molari, delegato dello Sport dell’Università di Bologna.

Buongiorno professore, possiamo definirla non soltanto un esperto ‘teorico’ dello sport, ma anche dello sport praticato?

Mi sento soprattutto un individuo che cerca di riunire teoria e pratica, in tutte le sue espressioni, sia personali sia professionali. Ad esempio, da ricercatore ho tentato di effettuare soprattutto ricerche di tipo empirico, che provassero a verificare sul campo impostazioni teoriche. In Ateneo insegno pedagogia, sono prima di tutto un educatore. Il mio interesse non è focalizzato tanto sul raggiungimento del risultato, ovvero sul risultato in sé, ma piuttosto sul processo che porta a quel risultato. 

Lo sport è uno strumento educativo potente, formativo. L’avviamento alla pratica sportiva significa introdurre una persona in modo concreto alle norme sociali e culturali del mondo al quale apparteniamo.

Esattamente. Lo sport è secondo me un fenomeno molto interessante, con una caratteristica che non sempre siamo disposti a riconoscere: tutti sostengono che lo sport sia un’espressione della cultura, ma pochi in realtà si rendono conto che è assimilabile ad una sorta di rito di iniziazione alle norme sociali proprio attraverso la pratica sportiva. In funzione del modo in cui le attività vengono organizzate possono discenderne forme di socializzazione diversa. 

Quindi lo sport può essere visto come un concentrato di regole, di diritti e di doveri che un individuo deve imparare a seguire, da un lato, e a fare rispettare, dall’altro, per vivere in una società sana? 

Rispondo tramite un esempio che di solito funziona bene. Come attività sportiva ora pratico l’ultimate frisbee, che presenta un aspetto interessante: non prevede la presenza dell’arbitro, e quindi i giocatori devono auto arbitrarsi. Dal punto di vista cognitivo questo significa dover conoscere le regole, perché altrimenti cosa applichi, come fai? Dal punto di vista comunicativo si deve intervenire al momento giusto, ad esempio dicendo ‘ho fatto fallo’, oppure ‘mi hanno fatto fallo’, o ancora ‘è uscito il disco’. Si deve comunicare e serve anche una certa sicurezza psicologica, perché se sei timoroso magari hai ragione, però non ti dimostri sicuro.

Alessandro Bortolotti

Sport come strumento di innovazione, anche in ambito di terza missione.

È importante divulgare in maniera scientifica l’importanza dell’attività sportiva, proprio perché la ritengo estremamente utile per introdurre le persone ad una vita sociale corretta e caratterizzata da un senso di responsabilità e di autoconsapevolezza importante. Non dobbiamo essere necessariamente tutti campioni, non lo saremo mai, ma possiamo avere la possibilità, facendo attività sportiva, di capire come ‘funziona il mondo’. Questa è la cosa più importante, soprattutto nelle relazioni con gli altri. Da questo punto di vista sono molto influenzato dal mio ruolo di educatore.

Lo sport può essere uno spazio per canalizzare messaggi sostenibili e di inclusione. Ha in mente qualche azione specifica in Ateneo?

A breve farò una proposta per realizzare un’iniziativa di plogging, ovvero jogging abbinato alla raccolta di rifiuti a terra. Si tratta di una pratica nata in Svezia, dove c’è molta attenzione ai temi ambientali. Vorrei proprio realizzare un’iniziativa di questo tipo, non competitiva, aperta a tutti, cooperativa e volta al benessere. Dell’atletica mi è sempre piaciuto il fatto che maschi e femmine corressero assieme, non si è per forza divisi per categoria, è molto socializzante e inclusiva. La terza missione va quindi nella direzione di trasferire alla società messaggi validi per una crescita diffusa attraverso lo sport.

Binomio sport e Università tra Italia e Europa. So che l’Ateneo ha aderito ad European Network of Academic Sport Services (Enas),

Il mio predecessore prof. Marano potrebbe diventare il nostro referente all’Enas. Il piatto forte del piano è il programma dual career, pensato per coniugare l’impegno sportivo ad alto livello con quello dello studio, offrendo servizi di supporto. Il programma dual career in Ateneo è seguito attualmente da circa 150 studenti.

Alessandro Bortolotti

È in cantiere anche un progetto di gare sportive da disputare tra dipartimenti. 

Questo è un format già adottato in altre università e che riguarda tutti gli sport più conosciuti. È in sostanza il vecchio torneo interfacoltà di calcio, pallavolo, basket, ecc. Questa iniziativa è pensata per la popolazione studentesca. Rispetto al coinvolgimento del personale docente e non docente, dobbiamo provare – e su questo sono assolutamente favorevole – a trovare una formula che diventi per noi una tradizione da ripetere negli anni. Quali sono le nostre esigenze attuali? Soprattutto il coinvolgimento, il ritrovarsi, il lanciare messaggi importanti sui temi della sostenibilità e della coesistenza. Ci dobbiamo provare.

Ci sono diverse anime che concorrono assieme a supportare e promuovere lo sport all’interno della comunità studentesca e verso il personale: penso a Cusb e Cubo. Questi soggetti si muovono naturalmente verso obiettivi comuni. 

Mi limito a riprendere le testuali parole pronunciate in pubblico dal Magnifico rettore: ‘È bene che Cusb e Cubo vadano avanti allineati, assieme‘. Sono assolutamente d’accordo, dobbiamo andare avanti, collaborando, in modo da rafforzarci a vicenda e valorizzare le azioni da mettere in campo. Direi che questo è il messaggio da trasmettere in ogni occasione utile. Rettore dixit (sorride). 

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