L’Unibo incentiva la solidarietà tra studenti attraverso il Service learning laboratory
L’educazione dovrebbe forgiare competenze di cui la società ha bisogno, oggi e domani. È sentire diffuso la necessità di nuovi approcci che possano facilitare meccanismi di maggiore giustizia, equità sociale e solidarietà globale. In altre parole, l’educazione deve insegnarci ad essere non solo bravi e competitivi, ma anche al servizio altrui e consapevoli del valore inestimabile del bene comune.
L’università può promuovere lo spirito solidale, la responsabilità sociale e l’azione civica degli studenti, offrendo loro un’occasione di apprendimento dinamico sul campo. Attraverso i corsi di service-learning gli studenti possono prestare un servizio socialmente utile e, in quanto tale gratificante, rinforzando un senso di identità e di appartenenza alla società civile e alla propria nascente comunità professionale in fieri. Nati e sviluppati nei college degli Stati Uniti, questi corsi presentano un approccio metodologico di educazione civica alla cittadinanza partecipe, i cui crediti accademici vengono conseguiti dagli studenti progettando, espletando e rendicontando un servizio ‘volontario’ alla comunità e nella comunità. A differenza dell’attività di volontariato, nella quale il focus è posto unicamente sul servizio e sul suo destinatario, il service-learning segna il passaggio delle relazioni da ‘transazionali’ a ‘trasformative’, a beneficio reciproco delle due parti coinvolte; la comunità e i discenti.
In ambito traduttivo, sono davvero poche le esperienze universitarie di service-learning, benché le competenze di cittadinanza civica che si intendono sviluppare negli studenti trovino naturale riscontro nella formazione del traduttore, per natura professionale orientato al ‘mettersi al servizio’. Con questi presupposti un gruppo di docenti del Dit, guidati dalla visione appassionata dei professori Silvia Bernardini e Paolo Scampa, ha sviluppato in parallelo due iniziative: l’attivazione di un corso di traduzione su base volontaria denominato service-learning Laboratory, che pone al centro la partecipazione attiva degli studenti a progetti con una forte valenza sociale, e la fondazione di In.Tra, agenzia studentesca di servizi linguistici pro bono. “Gestita in autonomia da studentesse e studenti con la supervisione di docenti e tutor – afferma la Prof.ssa Bernardini – questa agenzia si rivolge soprattutto, ma non in forma esclusiva, a Ong, associazioni no profit e non profit meritevoli, e le interazioni che si generano da questa collaborazione portano a un importante sviluppo delle competenze chiave di cittadinanza dei partecipanti”. L’idea alla base di tale progetto è che service-learning e formazione del traduttore possano essere integrati e mantenuti in equilibrio. Questo richiede quindi che gli studenti sviluppino conoscenze e competenze proprie del service-learning e dell’attività professionale del traduttore. L’acronimo In.Tra sono le iniziali di Inclusive Translation for Community Engagement,ed è stato scelto perché riprende il senso di ‘interno a una comunità’ e la volontà di mettere i servizi linguistici offerti a disposizione di chiunque abbia bisogno di una voce per continuare a esercitare una cittadinanza attiva, fungendo da ponte, da filo che lega un capo del mondo all’altro, una comunità all’altra.
Come in una vera comunità di pratica, gli studenti non svolgono sempre gli stessi compiti ma si alternano nel ricoprire i diversi ruoli previsti. Fatta eccezione per l’approfondimento dei principi del service-learning, uguale per tutti, le attività professionali sono determinate dal gruppo stesso in autonomia di gestione. Gli studenti hanno l’opportunità così di formarsi all’impegno civico come uno degli obiettivi del loro percorso di crescita intellettuale.