L’x-commerce è il futuro
Il futuro del commercio sarà l’X-commerce, cioè gli acquisti attraverso la realtà virtuale. Vi entreremo grazie ad un avatar e potremo conoscere e pagare le merci attraverso questa nostra rappresentazione virtuale. Lo spiega Gustavo Marfia, professore associato di informatica che lavora per il dipartimento delle Arti.
«Il mio interesse è sempre stato rivolto verso le applicazioni reali dei sistemi informatici. Cioè di come la tecnologia possa entrare nella vita di tutti i giorni e migliorarla. Da dieci anni in particolare lavoro con i colleghi che si occupano di moda. Diciamo che la realtà virtuale finora ha avuto due settori principali di sviluppo, quello delle applicazioni militari e quello dell’intrattenimento. Per intrattenimento intendiamo giochi e applicazioni nei parchi tematici, nello spettacolo, nel mondo dei consumi. Chiaramente per ovvie ragioni io ho scelto questa branca».

Marfia in particolare si occupa di come le trasformazioni tecnologiche cambieranno la nostra vita quotidiana. «Abbiamo visto come le varie rivoluzioni tecnologiche abbiano modificato la nostra società, per esempio quando sono entrati nella nostra vita i telefoni mobili e poi ancor di più gli smartphone. Mi interessa come questo possa succedere anche in futuro attraverso le nuove possibilità che i mezzi informatici mettono a nostra disposizione».
Il docente quindi annuncia la nuova rivoluzione a cui l’Università di Bologna sta prendendo parte attivamente. «Dopo l’esplosione dell’E-commerce e del M-commerce, cioè degli acquisti mobile attraverso i telefoni mobili e le loro applicazioni, e sul cui successo in tanti erano originariamente scettici, oggi stiamo immaginando un nuovo cambiamento. X-commerce è un termine da noi inventato ed indica la possibilità di fare acquisti attraverso la realtà virtuale. Io non posso recarmi di persona in un negozio, utilizzo come strumento un mio avatar che si reca virtualmente dal negoziante e tratta l’acquisto. Ci sarà dunque un assistente di moda digitale che ci aiuterà nel nostro shopping. È una ricerca nella quale collaboriamo con le principali aziende italiane nell’ambito della moda, del fashion, con applicazioni per le future piattaforme del metaverso e nel mondo dell’intelligenza virtuale».

Quindi potremo parlare, pagare e anche vedere tridimensionalmente un oggetto, senza doverci spostare da casa. «Sì, non solo. La nostra ricerca prevede la possibilità di far ottenere ad un commerciante il prototipo 3D delle proprie caratteristiche fisiche. Un’applicazione di grande utilità nell’ambito della moda, perché permette anche a distanza di capire se un abito è adatto alle proprie caratteristiche». Ora si stanno studiando queste possibilità anche per comprendere la reazione che le persone fisiche avrebbero nell’interagire con un avatar. «Fino ad oggi i risultati sono incoraggianti. In particolare abbiamo scoperto come la voce influisca tantissimo sulla qualità di questa interazione. Più la voce dell’avatar avrà una buona qualità, sembrerà naturale, maggiore sarà la facilità con cui le persone si interfacceranno con esso».