Mondino a Palazzo Boncompagni

Nelle maestose sale di Palazzo Boncompagni (Via del Monte, 8, Bologna) è possibile immergersi nell’universo di Aldo Mondino, al quale la Fondazione dedica una mostra monografica che ospita quindici opere. La retrospettiva, intitolata “Aldo Mondino: Impertinenze a Palazzo”, è curata da Silvia Evangelisti, attuale direttrice del corso di Arti Visive di Accademia Unidee e promossa da Paola Pizzighini Benelli, presidente della Fondazione Palazzo Boncompagni, con il patrocinio di Emil Banca.

La mostra vanta anche la collaborazione dell’Archivio Aldo Mondino, costituito nel 2006 a Milano, grazie al prezioso contributo di Antonio Mondino, figlio dell’artista. La scelta di collocare le opere nelle sale del Palazzo non è affatto casuale: l’attitudine estrosa dell’artista si lega a stretto giro con il carattere eclettico e giocoso di papa Gregorio XIII, nato Ugo Boncompagni, con cui Mondino sembra condividere l’amore per la natura e i materiali semplici che essa offre.

Serra

La casuale coincidenza della mostra con le celebrazioni per i 450 anni dalla salita di papa Gregorio XIII al soglio pontificio, sembra voler sottolineare ancora di più le caratteristiche comuni tra i due. Oltre alla già citata passione per i materiali naturali, Mondino condivide con il successore di Pietro il fascino per i paesi orientali, l’ironia e il gioco. Il “gioco” per l’artista è qualcosa di molto serio: in tutti i suoi lavori, esso diventa per lo spettatore veicolo di emozioni e riflessioni. Ed è così che nelle regali sale prendono nuova vita le sue creazioni: elementi del passato dialogano perfettamente con il presente, grazie anche alla sapiente collocazione delle opere.

Nella Sala delle udienze papali, l’antico e austero camino diventa la nicchia ideale per Trofeo, un ornamento legato alla caccia che in Mondino diventa maliziosamente una scultura in vetro e bronzo, raffigurante due gambe femminili aperte a V; il lampadario, Jugen Stilo, che in lontananza può ingannare l’occhio sembrando raffinato vetro, è formato in realtà da una moltitudine di penne bic, sistemate a mo’ di cannelle; Scultura un corno, una torre di cinque elefanti, può dare l’impressione di essere realizzata in ebano ma in realtà, il profumo che emana ci aiuta, è interamente in cioccolato; infine, Mekka Mokka, il grande tappeto islamico al centro della sala, è fatto di chicchi di caffè di diversi colori e tostature.

 

L’esperienza di visita non è solo visiva ma anche olfattiva: appena entrati, un odore di cioccolato e caffè avvolge piacevolmente il visitatore. Nel mondo di Mondino, quello che sembra, in realtà non è ciò che è: si diverte con il linguaggio e i suoi significati, creando ambiguità attraverso calembour e giochi di parole. Inoltre, l’artista dimostra di essere poliedrico: è pittore e scultore, nel senso più convenzionale, ma anche artista concettuale. In mostra è possibile ammirare, oltre alle opere già citate sopra, lavori di diversi formati e tecniche: Viola d’amore, raffinata scultura in bronzo, accoglie il visitatore nell’atrio con un ricercato gioco di parole, che lega la riproduzione della custodia dello strumento alla silhouette di due innamorati.

Viola d’amore

Ciò che più colpisce di Aldo Mondino, oltre alla grande inventiva e fantasia, è la sua straordinaria capacità di scegliere in modo del tutto eterogeneo i materiali con cui lavora: da quelli più tradizionali come i colori ad olio (Il professore di Trento, una tela raffigurante il collega e amico Maurizio Cattelan e Serra) e il bronzo (utilizzato in sculture come Gerusalemme), a quelli più stravaganti ed inusuali, quali il cioccolato e il caffè. Prendono vita così Eldorado, skyline di New York quando ancora esistevano le Twin Towers e The Byzantine World, entrambe realizzate incastonando centinaia di cioccolatini dagli involucri colorati come fossero tessere di un mosaico.

The Byzantine World

L’artista invita ed accompagna l’osservatore nel suo mondo, dove tutto è il suo contrario, dove le parole assumono altri e nuovi significati, creando costante stupore; il mondo di Aldo Mondino è un mondo dove meravigliarsi e guardare le cose con occhi nuovi, divertiti, proprio come fanno i bambini scoprendo il mondo.

L’artista nasce a Torino nel 1938 e all’età di 21 anni si trasferisce a Parigi dove studia incisione, si iscrive all’École du Louvre e frequenta un corso di mosaico tenuto da Gino Severini. A Parigi conosce e ha contatti con numerosi artisti, alcuni già affermati come Roberto Matta, del quale subisce l’influenza surrealista. Nel 1961 rientra in Italia per il servizio militare e realizza la sua prima mostra monografica grazie ad Antonio Carena, proprietario di una galleria. Predilige come medium artistico la pittura, in un periodo in cui viene costantemente surclassata dalle più innovative correnti pop e poveriste.

Dopo Torino, si stabilisce a Roma e viaggia molto, portando i suoi lavori in musei di grandi città: da New York a Chicago, fino a Vienna e Ginevra. Artista non convenzionale e fortemente eccentrico, fatica ad essere classificato come appartenente ad una corrente artistica precisa; ciò che ricorre sempre nei suoi lavori è l’elemento ludico, finalizzato a scomporre e decontestualizzare la realtà fino a darle un nuovo significato, una nuova vita. Nel 1993 partecipa alla Biennale di Venezia dove in una personale presenta una serie di quadri raffiguranti i dervisci nell’atto di danzare, accompagnati da una performance di autentici dervisci che volteggiano davanti al pubblico. Nei primi anni del Duemila espone in diverse gallerie in Italia, fino a che una severa malattia lo costringe a un ricovero in ospedale. Aldo Mondino muore nella sua Torino nel 2005, a causa di un infarto.

Per coloro che ancora non hanno visitato la mostra a Palazzo Boncompagni, possono farlo fino al 10 aprile. Non rimarranno delusi.

Jugen Stilo

Foto copertina; Sala delle udienze papali,

Sala delle udienze papali

 

Sara Cosimini

Sara Cosimini

Sara Cosimini è una storica dell'arte, specializzata in Beni Storico-Artistici all'Università di Bologna. I suoi interessi principali sono incentrati sull'arte contemporanea.

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