Moni Ovadia: «Solidarietà ai lavoratori della Magneti Marelli di Crevalcore»

Moni Ovadia ha concluso, introdotto dall’ex magistrato e membro del Csm Livio Pepino, la tre giorni di Parole di giustizia 2023. ’L’accoglienza tra Ebraismo e Occidente’, il titolo dell’interessante contributo dell’attore, cantante e scrittore italiano di origine bulgara. L’artista a margine dell’evento ha avuto parole di solidarietà nei confronti dei lavoratori della Magneti Marelli in sciopero da alcune settimane, dopo la decisione dell’azienda di chiudere la sede e licenziare i dipendenti.

Moni Ovadia ha ribadito anche la sua personale solidarietà ai lavoratori della Magneti Marelli in sciopero da alcune settimane, dopo la decisione dell’azienda di chiudere la sede e licenziare i dipendenti. «Con grande piacere voglio esprimere tutto il mio sostegno la mia vicinanza ai lavoratori della Magneti Marelli di Crevalcore in provincia di Bologna. Credo che nulla possa essere ottenuto senza la lotta – ha dichiarato Ovadia – e voglio che sappiate che potete contare su di me per quello che posso fare. Se posso esservi utile in qualche modo troverò il tempo di venire adesso e anche in futuro. Lottare per i propri diritti e conquistare la vera dignità è il vero statuto di ogni essere umano. La classe operaia è riuscita ad ottenere gli avanzamenti che ha ottenuto e che negli ultimi decenni sono stati rimangiati da un capitalismo selvaggio e predatore. La classe operaia li ha ottenuti lottando, rivendicando. Io credo che questo sia un momento particolarmente difficile per il lavoro. A mio parere c’è una sola via di uscita  praticata da alcune aziende nei Paesi più civili del nostro. Mi riferisco alla sperimentazione della settimana di 28 ore a parità di stipendio. Questa è la soluzione più logica sia per fare lavorare tutti, sia per far si che ogni lavoratore abbia il tempo di formare la propria esistenza per crescere i propri figli e migliorare le proprie condizioni culturali. Ritengo personalmente che la giustizia sia una giustizia sociale o non è. Non esiste una giustizia che non sappia essere giustizia sociale. I lavoratori sono stati sempre, per ciò che attiene la società, il mio popolo. Sono sempre stato dalla parte degli operai, dei lavoratori in ogni ambito. Hanno diritto al lavoro. Il lavoro non è una concessione. Il lavoro è un diritto. Quando il lavoro diventa instabile, precario, soggetto a esclusioni. Noi precipitiamo in una sorta di barbarie. Sostengo tutte le lotte dei lavoratori per i loro diritti e per le loro condizioni di lavoro e le condizioni di vita. E proprio la differenza che passa tra lavoratore e servo, o peggio ancora schiavo, risiede proprio nella titolarità della dignità sul e del lavoro. La dignità è un valore assoluto. Nessun imprenditore, ancor meno un padrone può decidere della dignità del lavoratore. La dignità del lavoratore è una titolarità del lavoratore – conclude Ovadia – neppure del sindacato. In due forme: personale e sociale». 

Durante l’intervento a ‘Parole di Giustizia’ Moni Ovadia ha approfondito il tema dell’accoglienza allo straniero, dell’esilio. «Sono argomenti che io tratto con grande passione, – ha precisato l’artista e scrittore di origine ebrea – in quanto sono profondamente convinto che noi vivremo in pace quando l’umanità conoscerà una ‘diasporizzazione universale’. Sono un avversario fiero di ogni forma di nazionalismo. Sostenitore dell’universalità dell’essere umano. Ovvero che tutti gli esseri umani hanno una sola origine. E mi riferisco anche agli altri abitanti del pianeta ai quali noi dobbiamo rispetto, attenzione e cura se necessario: gli animali. Noi condividiamo con molti animali addirittura il 98% del patrimonio genetico. Credo ci sia una sola vita e la vita è integra. Per cui rifuggo dalle discriminazioni di ogni tipo». 

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