Musica Insieme, Nicolas Altstaedt e Alexander Lonquich

di Giovanni Neri

Lo scorso lunedì 6 marzo, Musica Insieme ha accolto al Teatro Auditorium Manzoni di Bologna, il duo di solisti Nicolas Altstaedt e Alexander Lonquich, che hanno accettato di sostituire il duo Kavakos-Pace, la cui tournée è stata cancellata per un’improvvisa indisposizione del violinista.

Un programma decisamente “robusto” che spazia fra ‘800 e ‘900 e che offre un panorama musicale ampio e completo. Molto significativa la sua composizione iniziale e la conclusione che permette di comprendere l’evoluzione compositiva di Beethoven, dalla prima impostazione di stile ancora haydniano (sebbene senza la tradizionale tri-quadripartizione) a quello che viene definita “terza fase”, forse in modo improprio ma sufficientemente indicativo.

La sonata op.102 n.2 esprime tutta la poetica finale del compositore di Bonn, sia per le armonie quasi atonali in certi passaggi del finale (alcune delle dissonanze sono più che novecentesche) sia per la presenza della fuga (in realtà la dizione è “allegro fugato” perché non rispetta rigorosamente il dettato contrappuntistico).

Un monumento al violoncello non compreso dai suoi contemporanei così come non furono compresi gli ultimi quartetti, le ultime sonate per pianoforte e in generale le ultime composizioni. In tutte queste partiture comunque emerge in uno modo o nell’altro la fuga come elemento distintivo, un richiamo classicistico rivisto nei tempi che precedettero il romanticismo.

Una sonata che deve essere ascoltata più volte per capirne tutto il significato e che nel finale pone problemi tecnici non secondari al violoncello e al piano (si pensi alle scale di seste del pianoforte nella parte conclusiva della fuga che richiedono un’esecuzione da “ottave”).

Fra i due capolavori beethoveniani tre composizioni novecentesche fra le quali emerge la breve sonata di Claude Debussy, che nella sua rarefazione racchiude tutto il  mondo del compositore francese. E da sottolineare la scelta felice di una composizione di Samuel  Barber (un compositore che viene sempre più riscoperto al di là del suo famoso “adagio”) e la presenza di Nadia Boulanger – espressione della cultura francese a cavallo della metà del XIX secolo – la cui produzione si segnala per una personalità  “fuori dal coro” anche se le sue molteplici frequentazioni culturali annoverarono tutti gli esponenti più noti del periodo.

Bene la prima sonata beethoveniana e le due composizioni di Barber (una sonata non bellissima, episodica e priva di un suo filo logico) e Boulanger. In Debussy si è cominciato a sentire quella assenza di colori che per un impressionista della musica debbono essere il filo conduttore della esecuzione. Un’ interpretazione per lo più piatta anche perché il violoncello di  Altstaedt  ha un suono piuttosto debole e correttamente Lonquich ha evitato sonorità eccessive per rispettare quelle dello strumento ad arco. Dove il duo non ha assolutamente reso lo spirito del musica è stata nell’ultima sonata di Beethoven.

Qui tutta la tragicità e il “pathos” del secondo tempo si sono persi in un mezzo piano costante che in nessun modo ha reso lo spirito della composizione. Le semibiscrome, fulcro della tragicità dello spartito sono, diventate una sorta di abbellimento anonimo. E lo stesso dicasi per la fuga finale priva di dinamica espressiva trasformata in uno studio tecnico incolore.

Un solo bis con un successo moderato di pubblico. Ma questo non fa testo visto che il violoncello è strumento a molti spettatori bolognesi indigesto.

Programma

LUDWIG VAN BEETHOVEN Sonata n. 2 in sol minore op. 5 n. 2

NADIA BOULANGER Tre Pezzi

SAMUEL BARBER  Sonata in do minore op. 6

CLAUDE DEBUSSY Sonata in re minore

LUDWIG VAN BEETHOVEN  Sonata n. 5 in re maggiore op. 102 n. 2

Foto copertina Nicolas Altstaedt e Alexander Lonquich

Articolo tratto dal blog Kurvenal dell’autore Giovanni Neri

E-mail: giovanni.neri@unibo.it

Un grazie particolare alle colleghe dell’ufficio stampa Skill&Music Carla Monni e Irene Sala – Fondazione Teatro Comunale di Bologna – per le foto e il comunicato stampa. 

 

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