Pomian: “Aldrovandi e la curiosità. Da Bayle a Buffon”

Il 24 marzo scorso, nell’aula Absidale di Santa Lucia, il rettore Giovanni Molari ha conferito il Sigillum Magnum allo studioso polacco Krzysztof Pomian, alla presenza di docenti, dirigenti e personale tecnico amministrativo di UniBo.

Aldrovandi e la curiosità. E’ questo il tema della lectio magistralis tenuta dallo studioso polacco Krzysztof Pomian, lo scorso 24 marzo nell’Aula Absidale di Santa Lucia alla presenza di docenti, dirigenti e personale tecnico amministrativo di Unibo, prima del conferimento del Sigillum Magnum da parte del Magnifico. Pomian è tra i più influenti studiosi della storia del patrimonio culturale europeo e ha dedicato decenni dei suoi studi al naturalista bolognese rinascimentale Ulisse Adrovandi, realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale, nonché fondatore dell’Orto Botanico, le cui imponenti raccolte sono custodite dall’Università di Bologna, a Palazzo Poggi. E proprio sul patrimonio museale e culturale di UniBo si è soffermato il rettore, Giovanni Molari, nel discorso d’introduzione della cerimonia, definendo Aldrovandi come «inventore della terza  missione e dell’impegno pubblico» e i musei «non  una realtà statica, ma in continua evoluzione». E continua «UniBo vanta un patrimonio museale tra i più importanti del Paese che mi sono impegnato a valorizzare. La mostra su Aldrovandi a Palazzo Poggi ha raggiunto 20 mila presenze. Non dobbiamo stipare i musei di cimeli, ma farli vivere. Il patrimonio di UniBo è parte integrante del patrimonio culturale cittadino».

La cerimonia, infatti, è il culmine del programma culturale predisposto dall’Ateneo per il cinquecentenario dalla nascita di Ulisse Aldrovandi (1522-2022). Il rettore, poi, ha passato la parola a professor Roberto Balzani, presidente del Sistema museale di Ateneo (Sma), proponente il conferimento del Sigillum Magnum allo studioso polacco: «Pomian ha studiato per primo il collezionismo come fenomeno in sé, contribuendo così a definire un campo semantico ed epistemologico destinato a larga fortuna. Con la sua recente storia mondiale dei musei ha ulteriormente ampliato il terreno d’indagine, legando oggetti, luoghi e contenitori, in omaggio a una forma di trasmissione intergenerazionale della memoria e di fruizione sociale della conoscenza sempre più diffuse. L’attenzione che ha riservato da decenni a Ulisse Aldrovandi e al suo primo esperimento di museo scientifico, lo rende agli occhi dell’Alma Mater il testimone più prestigioso del mito aldrovandiano dalla curiosità instancabile».

E proprio dalla curiosità che ha mosso le ricerche e gli studi del noto naturalista bolognese, Pomian, in un buon italiano con accento francese (dove è emigrato nel 1973 per motivi politici), inizia la sua lectio magristralis dal titolo “Aldrovandi e la curiostià. Da Bayle a Buffon”. L’esule fa un excursus sulla storia della curiosità e di come abbia influenzato Aldrovandi, partendo dal termine latino curiositas come «desiderio di sapere, sia esso legittimo o illecito », passando per  Sant’Agostino quando diventa «sinonimo di concupiscenza degli occhi, per condannare il desiderio di apprendere credenze pagane, eresie, astrologia divinatorie, teurgia, magia».

E continua  «la lotta contro la curiosità si spostò dalle abbazie alle università, dove talvolta venivano insegnate l’astrologia e l’alchimia». Fino a quando nel XV-XVI secolo «nuovi campi del sapere – afferma Pomian – la ricerca antiquaria e la storia naturale, si aggiunsero a un campo molto antico, composto da matematica, astronomia e fisica, tre discipline che stavano subendo una rivoluzione». Ad oggi la curiosità «è un desiderio di sapere – conclude – che viene inquadrato, contenuto e incanalato dalla comunità di studiosi dotati di un apparato concettuale specifico per ogni disciplina e di strumenti adeguati ai rispettivi obiettivi, e dalle istituzioni che definiscono le domande riconosciute come legittime e gli approcci che dovrebbero fornire risposte valide». 

Al termine della lectio magistralis, Krzysztof Pomian ha ricevuto il Sigillum Magnum dal Magnifico rettore Giovanni Molari.

A conclusione della cerimonia viene eseguita in suo onore la Heroic Polonaise di Chopin.

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