Runipace: il sapere per la pace

La recente adesione dell’Università di Bologna alla rete Runipace (Rete delle università italiane per la pace) rappresenta il punto di approdo di un percorso intrapreso nel corso degli ultimi anni, contraddistinto da un’importante serie di azioni ed interventi. “L’interdisciplinarità è profilo essenziale degli studi per la pace. La pace diventa il punto di snodo in cui le discipline si incontrano, si confrontano, riconoscono il ruolo e l’importanza delle reciproche prospettive e collaborano, in certi casi arrivando a vere e proprie contaminazioni interdisciplinari “, queste le parole del prof. Marco Borraccetti, delegato del rettore per gli accordi e le reti internazionali e per i corridoi universitari per studenti rifugiati, nonché referente di ateneo della rete Runipace.

Poiché le guerre cominciano nelle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che si devono costruire le difese della pace”. Queste parole, ancora oggi di grandissima attualità, fanno parte integrante della premessa della Costituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, le Scienze e la Cultura (Unesco). Il ruolo della trasmissione dei saperi per formare cittadini consapevoli è fondamentale per la promozione della pace, e corrisponde ad una precisa responsabilità sociale in capo a tutte le istituzioni educative, e quindi anche all’università.

Prof. Marco Borraccetti

In particolare, l’educazione alla pace in ambito accademico passa attraverso la consueta postura euristica, l’esercizio del dubbio, la coltivazione del pensiero riflessivo, la ricerca di dati e fonti a giustificazione delle proprie argomentazioni e delle proprie idee e, allo stesso tempo, l’apertura alla confutazione ed alla messa in discussione delle stesse. E, elemento affatto trascurabile, il metodo scientifico presuppone l’accettazione di aver sbagliato approccio, e la capacità di cambiare prospettiva, a beneficio della verità della conoscenza.  

Nel contesto delineato, va evidenziata come estremamente positiva la recente adesione dell’ateneo di Bologna alla “Rete delle università italiane per la Pace” (Runipace), nata per iniziativa della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui), il cui primo obiettivo è promuovere la diffusione della cultura e della pratica della pace positiva. “Per il nostro ateneo questa adesione ha rappresentato il naturale punto di approdo di un percorso intrapreso nel corso degli ultimi anni, contraddistinto da un’importante serie di azioni ed interventi, anche con una forte caratterizzazione pratica, in favore della pace e del dialogo  precisa il prof. Marco Borraccetti, delegato del rettore per gli accordi, le reti internazionali e i corridoi universitari per studenti rifugiati –  A titolo di esempio, possiamo ricordare la partecipazione al progetto sui corridoi universitari per studenti rifugiati, denominato ‘University Corridors for Refugees’ (Unicore), che consente di mettere a disposizione di studenti titolari di protezione internazionale vie legali di ingresso in Italia, nonché il supporto necessario per favorire il completamento degli studi. L’Università di Bologna ha anche contribuito alla fondazione della sezione italiana della Rete internazionale ‘Scholars at Risk’ (Sar), dedita all’accoglienza di studiosi le cui libertà sono precluse nel proprio Paese a causa di violazioni palesi dei loro diritti fondamentali. Infine, anche nel corso della recente crisi internazionale avvenuta in Ucraina, UniBo ha reagito con prontezza, non solo sul fronte della tutela dei propri studenti iscritti provenienti da quel Paese, ma anche attraverso la creazione di opportunità per accogliere laureati e docenti appartenenti al territorio colpito dagli eventi bellici. La recente adesione di UniBo a Runipace, dunque, viene da lontano e guarda al futuro, in un forte spirito di cooperazione con gli altri atenei aderenti”. 

Il modo fondamentale per evitare le guerre, secondo Runipace, è la conoscenza. Per costruire la pace è necessario formare persone che comprendano i conflitti nella loro dinamica e nella loro complessità. A tal fine sono necessari strumenti analitici e pratici che aiutino ad analizzare i conflitti in profondità, comprendendone la genesi, le dinamiche ed il loro interagire con il contesto globale. 

L’inclusione del tema della pace all’interno dell’accademia può essere letta lungo due direttrici, distinte ma complementari. Seguendo la prima, possiamo chiederci in che maniera il sapere e i risultati scientifici possano contribuire ad una diffusione della cultura della pace e, soprattutto, a realizzare le condizioni di una società pacifica. La seconda direttrice suggerisce invece di intraprendere un percorso inverso, considerando la pace come una lente, ovverosia come una nuova prospettiva attraverso la quale guardare il modo in cui facciamo ricerca e i paradigmi che si usano, ponendoli anche in discussione.

La pace diventa allora il punto di snodo – prosegue il delegato UniBo per Runipace – in cui le discipline si incontrano, si confrontano, riconoscono il ruolo e l’importanza delle reciproche prospettive e collaborano, in certi casi arrivando a vere e proprie contaminazioni interdisciplinari. L’interdisciplinarità è profilo essenziale degli studi per la pace. Intendiamo in ateneo potenziare sempre più gli orizzonti di studio e ricerca su diritti umani e prevenzione dei conflitti, problematiche legate alla giustizia, disarmo, fenomeni migratori, interculturalità, questione ambientale, uguaglianza di genere. Gli studi per la pace suggeriscono, perciò, nuovi orizzonti di pensiero sulla base di connessioni tra guerra, pace, società, scienza e tecnologia.”. In altre parole, se prima lo studio della pace era inscindibile da quello della storia militare, ora si dispone di una varietà di approcci scientifici utili a comprendere il conflitto in tutte le sue sfaccettature. 

Inoltre, non va scordato che, tra gli altri,  l’ateneo ha fatto proprio l’obiettivo 16 dell’Agenda Onu per lo Sviluppo Sostenibile (“Pace, giustizia e istituzioni solide”), dedicato alla promozione di società pacifiche ed inclusive ai fini dello sviluppo sostenibile. “Sono queste le premesse da cui muove Runipace per promuovere all’interno della comunità universitaria la riflessione sulla responsabilità sociale di tutte le discipline e l’attenzione alla costruzione e al consolidamento della pace con mezzi pacifici, come vocazione – conclude Borraccetti – costitutiva dell’accademia e come perno delle attività di ricerca, formazione e terza missione

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