Boccioni alla Magnani Rocca

Alla Fondazione Magnani-Rocca (Mamiano di Traversetolo, Parma) fino al 10 dicembre è possibile ammirare una meravigliosa produzione grafica e pittorica di Umberto Boccioni, conosciutissimo come artista futurista, ma decisamente meno indagato nella sua produzione precedente, immersa in una miscela di elementi naturalisti e divisionisti. 

Attraverso il percorso espositivo, incredibilmente suggestivo, è possibile cogliere l’iniziale fascinazione verso l’estetica simbolista e il lento passaggio verso il suo periodo più spirituale, dove linee e colori esprimono emozioni e suggestioni psicologiche e virano verso un costante abbandono della realtà fisica a favore di un astrattismo sempre più lirico.

Umberto Boccioni, Campagna romana o Meriggio, 1903, olio su tela. Masi, Lugano
Umberto Boccioni, Campagna romana o Meriggio, 1903, olio su tela, courtesy Masi, Lugano

Come anticipa il titolo dell’esposizione, Boccioni. Prima del futurismo. Opere 1902-1910, la mostra indaga gli anni della sua formazione culturale e artistica che precedono la sua piena e appassionata adesione a un Futurismo che per lui sarà sempre legato alla poetica degli “stati d’animo”, poetica che tanto deve proprio agli anni della genesi e dello sviluppo del suo pensiero.

Un pensiero – quello di Boccioni – che diventa forma attraverso una fusione squisitamente romantica tra poesia e musica, non a caso il 28 marzo del 1907 l’artista scriveva nel suo diario: «sogno di dare ai miei quadri la forza suscitatrice della musica. Accennare con la forma ai voli dell’anima».

Umberto Boccioni, Autoritratto, 1907, china su carta. Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna
Umberto Boccioni, Autoritratto, 1907, china su carta, courtesy Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna

In tempi non sospetti, Boccioni è tra i pochi a comprendere che realismo e simbolismo non sono antitetici anzi, come ha osservato il critico Danih Meo nel 2007, per lui «la separazione di queste due componenti è indice di malattia sociale e la cura non può che essere la loro riunione».

Umberto Boccioni nasce a Reggio Calabria nel 1882. Compie i suoi primi studi a Catania e nel 1901 si sposta a Roma, dove incontra Gino Severini e frequenta lo studio di Giacomo Balla, da cui coglie le suggestioni per una ricerca pittorica propria che caratterizzerà la sua fase pre-futurista. Nelle grandi sale della Fondazione Magnani Rocca, muovendosi tra le tre sezioni geografiche in cui si articola l’esposizione, è possibile ammirare rispettivamente il periodo romano, veneziano e milanese. Nelle intenzioni dei suoi curatori Virginia Baradel, Niccolò D’Agati, Francesco Parisi e Stefano Roffi, l’esposizione intende dimostrare quanto questo artista e il suo sguardo curioso sulla realtà e sulla sua rappresentazione abbiano inciso profondamente sulla cultura italiana del secolo scorso. Come è scritto nel catalogo della mostra l’obiettivo è «cogliere le sfumature dei vari ambiti artistici e culturali che possono gettare nuova luce sul percorso artistico prefuturista di Boccioni; di individuare quelli che possono aver avuto una ricaduta, essersi riverberati sull’orientamento della sua ricerca che, alla vigilia del Manifesto, possedeva una specifica maturità d’approdo nella rielaborazione di una cifra che fondeva suggestioni divisioniste di varia foggia, idealismo, simbolismo e qualche cenno di postimpressionismo ed espressionismo».

Il 25 luglio 1907 in una pagina del suo Primo Taccuino l’artista scrive «debbo conoscere meglio Goethe, Schiller, Schopenhauer. Del tutto Kant, Jacobi, Fichte, Hegel, Schlegel», una sconfinata sete di conoscenza la sua che attraverso un percorso dolorosamente introspettivo è riuscito ad essere un uomo e un artista fortemente dentro al proprio tempo, immerso nell’estetica wagneriana tra mito e misticismo, ma in grado di usare un linguaggio universale, capace di parlare a ogni epoca (sicuramente alla nostra).

Umberto Boccioni, Ritratto della sorella, 1904, olio su tela, courtesy Ca' Pesaro, Venezia
Umberto Boccioni, Ritratto della sorella, 1904, olio su tela, courtesy Ca’ Pesaro, Venezia

Una particolare menzione va alla produzione grafica dell’artista. In mostra vi sono esempi altissimi e ci sono anche le sue lastre originali incise, ritenute disperse fino ad oggi e che in questa sede sono esposte per la prima volta. 

 

Immagine di copertina: Umberto Boccioni, Autoritratto, 1908, olio su tela, courtesy Pinacoteca di Brera, Milano

Lara De Lena

Lara De Lena

Laureata in Lettere moderne, si specializza nel 2017 in Beni storico artistici con una tesi in arte contemporanea. Dallo stesso anno collabora con il CUBo, di cui è nel direttivo dal 2021. Ha collaborato con la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il MAMbo e ha partecipato al progetto internazionale ADM - Art Market Dictionary. È impegnata nella realizzazione dell’Archivio digitale Roberto Daolio.

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