Unesco, i Portici di Bologna

I portici di Bologna, da luglio dello scorso anno entrati a far parte del Patrimonio mondiale Unesco, saranno a novembre e a dicembre i protagonisti della tappa bolognese di ‘Patrimonio dell’Umanità. 50 anni dalla Convenzione Unesco: riflessioni nei Campus dell’Alma Mater Studiorum’, il ciclo di convegni in corso agli atenei dell’UniBo per ricordare la World Heritage Convention, incentrata sulla protezione del patrimonio culturale e naturale. A tal proposito abbiamo intervistato la prof.ssa Valentina Orioli, assessora alla Valorizzazione dei Beni culturali e Portici Unesco del Comune di Bologna e membro del comitato scientifico organizzatore dell’iniziativa all’Alma Mater.

«La scelta di declinare l’evento in tutti i campus è stata quella di collegare al meglio il significato della Convenzione alla ricchezza del nostro territorio», spiega Valentina Orioli, assessora alla valorizzazione dei beni culturali e Portici Unesco, membro del comitato scientifico organizzatore dell’iniziativa all’Alma Mater. Sono due gli appuntamenti bolognesi dedicati ai portici: la conferenza ‘I portici di Bologna e l’identità di una città‘, all’Università Primo Levi in via Azzo Gardino, prevista per il 26 novembre alle 17 e le visite guidate a piazza di Porta Ravegnana e piazza Maggiore a cura di UniboCultura il 29 e il 30 novembre, alle 10:30 e alle 15.

Dal centralissimo Pavaglione al più contemporaneo ‘Treno’ del quartiere Barca, fino a salire per il santuario della Madonna di San Luca, percorrendo le diaboliche 666 arcate. Ma anche Santo Stefano, Strada Maggiore, via Zamboni, via Santa Caterina, piazza Cavour con via Farini, il MamBo, la Certosa, il Baraccano e via Galliera: sono 12 i tratti di strada porticata riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Beni che il Comune di Bologna vuole mostrare al pubblico in una veste nuova la prossima primavera, in occasione del primo Festival dei Portici, in programma a maggio. Lo anticipa Valentina Orioli: «Sarà una festa di performance di musica e di ballo che valorizzeranno la dimensione fisica dei portici. L’idea è quella di dare un’immagine diversa, collegata alla cultura e alle arti performative, ma anche un’immagine che coinvolga i territori e le comunità. Sono stati scelti 15 progetti di soggetti e associazioni culturali attivi nel territorio». 

Il festival sarà finanziato da un fondo del Ministero del Turismo, rivolto ai Comuni che hanno ottenuto riconoscimenti Unesco. «Bologna è sia sito Unesco sia Città creativa della musica – precisa Orioli – Abbiamo deciso di partecipare al bando collegando le due anime della città, presentando un’unica candidatura». Per il progetto del Comune, chiamato ‘Open palco aperto’, sono in arrivo 1,9 milioni. «Serviranno, oltre all’organizzazione della kermesse, alla targatura dei portici, alla realizzazione di itinerari alla scoperta del sito Unesco e interventi sul sito web dedicato al Patrimonio Unesco».

Prossimo obiettivo del progetto, la targatura. Intanto, l’assessora fa sapere che gli interventi sui portici Unesco proseguono: si è conclusa la manutenzione del portico dei Servi ed è in corso il restauro del portico di San Luca. Continua inoltre la pulizia dei graffiti dei colonnati e dei pavimenti. Importante sarà infine l’intervento dei privati sui portici, come dimostra il protocollo d’intesa siglato lo scorso 15 giugno dal Comune e i proprietari immobiliari di Confabitare sulla riqualificazione e rimozione delle scritte sui muri di proprietà privata, ma di uso pubblico.

«In parallelo – prosegue l’esponente della Giunta Lepore – lavoriamo per allargare il perimetro della componente di San Luca, come è stato richiesto dall’Icomos (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti), organismo dell’Unesco, che ha ritenuto che fosse importante includere una parte più ampia del paesaggio collinare. È un lavoro tecnico che si svolgerà nell’arco di un anno e che vedrà la visita da parte dell’Icomos sull’accertamento della consistenza del bene e del suo stato di protezione e conservazione».  

Anche il singolo cittadino può fare la sua parte per contribuire a rendere indimenticabile l’esperienza, turistica e quotidiana sotto i portici. «I beni Unesco sono beni portatori di valori universali e in quanto tali devono essere conservati e tramandati alle generazioni future – conclude Orioli – e uno di questi valori è la condivisione di uno spazio. Quello che devono fare i cittadini è cercare di comprendere questo valore e di viverlo nella comunità, con una particolare attenzione al rispetto e alla cura di questi luoghi».

 

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