UniBo e la Cineteca ospitano Marjane Satrapi e la sua “Freedom of mind”

La presenza del femminile dentro un mondo patriarcale è una costante del lavoro di Marjane Satrapi, scrittrice, illustratrice e regista iraniana che lo scorso 20 febbraio è stata a Bologna, ospite del nostro Ateneo – che l’ha voluta protagonista della cerimonia di inaugurazione del 935° anno accademico – e della Cineteca, dove di fronte a ben due sale gremite è stato proiettato il suo primo film, Persepolis, nato dall’omonima graphic novel. 

«La democrazia è una cultura non è una forma di governo» ha ripetuto con veemenza in entrambi i discorsi, ribadendo quanto la cultura patriarcale sia la peggior nemica della cultura democratica, in Iran come nel resto del mondo. Marjane Satrapi appartiene alla comunità di artisti visivi che, tra letteratura e attualità, spiegano la complessità del reale. In particolare, la sua è la storia delle donne in Iran, una realtà, come è noto, fatta di mancanza di libertà: libertà di parlare e di pensare ma anche di muoversi, di apparire, dunque di essere “al femminile”. La storia contemporanea dei Paesi arabi ci insegna che la pratica artistica alimenta un immaginario collettivo politico e culturale che aiuta – anzi è indispensabile – a comprendere le dinamiche socio-politiche sottese alla vita quotidiana. È così tra le espressioni artistiche che hanno contribuito a formare l’immaginario associato ad aree del mondo caratterizzate da disequilibrio sociale spicca la graphic novel, di cui la Satrapi è protagonista indiscussa e (fortunatamente) molto imitata.

Persepolis, 2009

Il linguaggio delle arti visive è una risorsa in grado di fotografare questioni sociali rilevanti, come abbiamo visto succedere soprattutto dopo la Primavera Araba, e la sua funzione si è ampiamente rafforzata grazie alle nuove tecnologie, la rete in particolare, che facilitano l’incontro tra persone che vivono in continenti diversi, in Paesi dotati di ordinamenti opposti, in cui le libertà sono minate. Marjane Satrapi nasce a Rasht, in Iran, ma vive a Parigi. I suoi disegni fissano stati d’animo, ricordi, impressioni, sentimenti, i quali, sebbene siano espressioni della rappresentatività dell’artista diventano comuni e condivisi dalla collettività. 

In una recente intervista l’artista ha dichiarato «siamo a un passo dall’Apocalisse in Europa, in Iran, nel mondo, ma io non riesco a vivere senza ridere, scherzare, giocare ogni quarto d’ora»: la sua è una comicità incisiva e dissacrante, che lascia il lettore attonito ma anche divertito e commosso. E con un certo divertimento Marjane è passata dalla sua lectio magistralis “The freedom of mind” all’incontro in Cineteca, dichiarando la sua felicità nel trovarsi in un luogo che ha sempre mostrato grande sensibilità di fronte ai temi al centro del suo messaggio. Del resto, la comunità studentesca iraniana dell’Alma Mater è una tra le più numerose d’Italia, con circa mille tra studentesse e studenti, nei confronti dei quali ha manifestato un forte ottimismo: «la democrazia che il mio Paese cerca oggi – ha raccontato Marjane ai bolognesi – è una democrazia diversa dallo stereotipo machista a cui siamo stati abituati. In Iran la popolazione è molto internazionale, è connessa con il mondo mentre il governo è medievale, ci sono circa 700 anni di differenza tra chi governa e le persone in Iran. Se vi raccontassi cosa si sente in tv ridereste molto».

Persepolis, 2009

E la cosa più bella è quella che ha detto un attimo prima che si spegnessero le luci in sala e iniziasse la proiezione della sua vita in fuga all’Iran: «Spero che vi piaccia la ragazzina che vedrete. Se fosse vissuta oggi non avrebbe lasciato la sua terra, perché la paura che avevamo noi, i giovani oggi non ce l’hanno: è il governo che deve avere paura!». 

Immagine di copertina: Marjane Satrapi, Moviestore Collection Ltd / Alamy Stock Photo

Lara De Lena

Lara De Lena

Laureata in Lettere moderne, si specializza nel 2017 in Beni storico artistici con una tesi in arte contemporanea. Dallo stesso anno collabora con il CUBo, di cui è nel direttivo dal 2021. Ha collaborato con la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il MAMbo e ha partecipato al progetto internazionale ADM - Art Market Dictionary. È impegnata nella realizzazione dell’Archivio digitale Roberto Daolio.

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