Viaggio alla scoperta dei tesori artistici lombardi ma con il cuore rivolto ai colleghi delle zone alluvionate

Per il secondo anno consecutivo il circolo ha organizzato un viaggio in luoghi bellissimi della nostra Italia, dove ammirare panorami mozzafiato e istituire al contempo stimolanti confronti tra la storia dell’arte moderna e quella contemporanea. Tour interamente lombardo, sull’asse di una coppia di idee, fondamentali per l’arte di tutti i tempi: classico e anticlassico.

Una due giorni, sabato 20 e domenica 21 maggio, insieme a Giacomo Alberto Calogero e Pierluca Nardoni a Seriate (BG), Bergamo, Trescore Balneario (BG), Lovere (BG) e Pisogne (BS).

Ecco il diario del viaggio scritto da Adriana, una socia che ha partecipato a questo fine settimana di arte e natura: «Sabato 20 maggio alle 7 in punto il gruppo è riunito, tutto è pronto per la partenza per un’altra missione alla ricerca del bello. C’é il solito entusiasmo, anche se in tutti (o forse solo in alcuni), c’è una punta di malinconia nel lasciare la città, così provata dai tragici eventi degli ultimi giorni. Ma la vita è proprio nell’alternanza di negativo e positivo… dunque si va alla volta di Seriate, Bergamo, Trescore, Lovere, Pisogne, luoghi con nomi non tutti altisonanti, ma che promettono sicure bellezze, nascoste nel contesto di una natura lussureggiante, anche se il cielo è grigio. Ci aspettano due giorni generosi di immagini, spesso strepitose, che sorprendono e che incantano per la loro modernità promettente e la loro antichità preziosa. Botta, Canova, Moretto, Hayez, Lotto, Romanino e non solo….».

«Il tema della luce – prosegue Adriana – ci colpisce fin dall’inizio e ci accompagna fino alla fine del viaggio, in un crescendo di emozioni. Antico e moderno dialogano e convivono: l’antico che anticipa e il moderno che recupera l’antico e si proietta nel futuro. Giacomo e Pierluca ci catturano con la loro sapiente parola. La loro contagiosa passione sollecita la nostra sensibilità. Con loro tutto diventa libro aperto, ognuno di noi può pensare di essere in grado di leggere, penetrare, capire. Approfondiamo le tecniche espressive e contemporaneamente ci commuoviamo nel riconoscere l’Umano, l’umanità rappresentata. Che soddisfazione quando si riesce a fare un collegamento o a scorgere particolari che senza allenamento potrebbero sfuggire! Dopo esperienze di questo tipo non si torna mai a casa uguali a come si è partiti!! (è una mia convinzione costante!). Sulla via del ritorno, forse già un po’ assonnati, all’improvviso risuona la domanda “Chi verrebbe a….?”. Immediata e spontanea la risposta in coro, con la grande Celeste (la mascotte del gruppo, figlia di Giacomo Alberto Calogero, ndr) : “io, io, io”!!!!!”. Termina il racconto di Adriana».

Un bel gruppo nutrito di soci, appassionati di arte, al seguito dei due pifferai magici che ci hanno aperto le porte di luoghi incantevoli, completamente sconosciuti e pieni di bellezza. Quest’anno c’erano quattro partecipanti con le figlie, che, insieme a Celeste Calogero di quattro anni, hanno abbassato l’età media. Ma c’erano anche due attempate signore, che hanno retto benissimo il ritmo incalzante del viaggio, nonostante le numerose tappe. La prima tappa è stata al Centro Pastorale Giovanni XXIII di Seriate. Pierluca Nardoni ci ha parlato della chiesa, progettata da Mario Botta, uno dei maestri dell’architettura contemporanea, che ci ha lasciato tutti a bocca aperta con il naso all’insù. Un’autentica sorpresa. A pianta quadrata, di grandissime dimensioni (23 metri), rielabora la forma di una croce e fa filtrare dalla mole massiccia una luce zenitale in grado di riempire l’intero edificio. Nell’abside di questo recentissimo (2004) esempio di dialogo tra il classico e l’estremo rigore della geometria, si trova una crocifissione scolpita, anch’essa luminosissima, realizzata da Giuliano Vangi (foto 1 e 2).

A Bergamo Bassa, Giacomo Calogero ci ha raccontato e decritto la storie di due straordinarie pale d’altare, dipinte nel 1521 da Lorenzo Lotto. Due miracoli di luce e di immaginazione visionaria che hanno pochi eguali in tutto il Cinquecento italiano: una pala è esposta nella chiesa di San Bernardino e l’altra, poco distante, in quella di Santo Spirito, sulla cui facciata, al centro, spicca una monumentale opera di Francesco Somaini, noto artista dell’Informale italiano. La sua “Discesa dello Spirito Santo” è un gigantesco tuffo materico in bronzo fuso e striature d’oro (foto 3,4,5).

Ed eccoci a Trescore Balneario, dove, con Giacomo Calogero, abbiamo visitato l’Oratorio Suardi (foto 6), tutto affrescato nel 1524 da Lotto per Giovan Battista Suardi. Si tratta di uno dei cicli più iconici e spettacolari del Cinquecento italiano, in cui Lotto si sentì libero di dare sfogo alla sua immaginazione eccentrica: all’ombra di una fantasmagorica figura di un Cristo-vite, il pittore narrò le vicende drammatiche di Santa Barbara, un racconto dai toni accesi e quasi cinematografici, sempre in bilico tra nostalgici arcaismi e accenti modernissimi.

Il giorno dopo, domenica 21 maggio, Pierluca Nardoni ci ha portato all’Accademia Tadini a Lovere, museo “nascosto” del nord Italia ancora troppo poco noto. Ospitata da un bellissimo palazzo neoclassico e voluta come accademia di belle arti (ancora attiva) da Luigi Tadini, conte cresciuto nel clima dell’Illuminismo lombardo, conserva una collezione sorprendente, in particolare alcuni lavori importanti di Antonio Canova e Francesco Hayez, maestro e allievo: l’uno insuperabile artefice di un classicismo che si fa talmente perfetto e “immateriale” da anticipare l’epoca contemporanea; l’altro ben più attratto nei suoi dipinti dalla materia e dalla carne, in direzione del vero naturalista (foto 7 e 8).

Sempre a Lovere, siamo stati con Giacomo Calogero alla Basilica di Santa Maria in ValvendraLa chiesa si caratterizza per le ante dipinte all’esterno da Floriano Ferramola con l’Annunciazione e all’interno da Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, con i Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia, capolavoro della pittura bresciana del primo Cinquecento (foto 9,10,11).

Finalmente giungiamo a Pisogne per una visita alla locale Pieve di Santa Maria in Silvis prima di recarci alla stupefacente Chiesa di Santa Maria della Neve (foto12) interamente affrescata dal bresciano Girolamo Romanino, uno dei grandi campioni dell’anticlassicismo padano, ovvero di quella tendenza che si oppose fieramente alla norma raffaellesca allora imperante. Nell’impresa di Pisogne, Romanino si servì di un linguaggio schietto e popolare, a tratti crudamente realistico, di certo adatto per parlare al cuore umile di una comunità di fedeli di una semplice cittadina prealpina. L‘esito è tuttavia così grandioso e poetico, che il ciclo fu addirittura definito da Giovanni Testori la “Cappella Sistina dei poveri”.

Dopo tanto stupore siamo rientrati a Bologna con la bellezza negli occhi e nel cuore.

Chiudo con la mail che ci ha inviato il giorno prima di partire una collega di Forlì, Patrizia, che avrebbe dovuto partecipare:

«Carissima, personalmente non ho avuto danni ma non me la sento più di venire in gita anche per rispetto a chi sta ancora spalando fango o avendo grosse difficoltà; inoltre ora si sta allagando il ravennate. Per ironia della sorte avevo cercato di partecipare proprio per tornare a vedere il lago d’Iseo e sono qui che scrivo perché le nostre città e campagne sono disastrate a causa dell’acqua. Era il mio primo viaggio di due giorni post-covid ma evidentemente non è ancora il tempo. Non voglio assolutamente nessun rimborso, se anche mi spettasse li offro alle attività del Cubo. Spero che la prossima volta in cui penso di tornare a viaggiare con voi il destino sia molto più favorevole».

Grazie Patrizia, le tue parole ci danno la forza e l’energia per andare avanti in questa bella avventura che è il Circolo CUBo.

E grazie a tutti quelli che hanno lavorato e si sono impegnati per realizzare questa gran bella iniziativa.

Giacomo e Pierluca, che ci hanno portato in luoghi pieni di bellezza.

Matea Tonsic, che ci ha accompagnato perchè tutto andasse liscio.

Celeste Calogero, la nostra mascotte: lei e la sua mamma hanno reso il nostro viaggio scoppiettante.

Un doveroso ringraziamento anche all’autista, persona di grande umanità e comprensione, e ad Alessandra dell’agenzia On-Travel di Ferrara.

Bravissimi i partecipanti, che sono stati tutti molto disciplinati (non era scontato) così abbiamo potuto rispettare la tabella di marcia e siamo riusciti a non mancare nessuno dei numerosi appuntamenti.

Franca Pili

(Le note sulle opere sono di Giacomo Alberto Calogero e Pierluca Nardoni)

Franca Pili

Franca Pili

Segreteria CUBo

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